domenica 6 novembre 2011

Sviluppo, secondo l'Onu è la Norvegia il paese più equo al mondo: l'Italia si piazza soltanto al 24mo posto



Le diseguaglianze nell'accesso a reddito, sanità e istruzione cambiano la geografia dell'Indice di Sviluppo Umano (Isu), costituendo spesso una cartina al tornasole per i Paesi più ricchi. E' quanto emerge dalla classifica - guidata dalla Norvegia - dei Paesi più equi in base al valore dell'Isu, contenuta nel rapporto annuale stilato dal Programma dell'Onu per lo Sviluppo (Undp). Come nel 2010, è la Norvegia il Paese con il più alto valore di Sviluppo umano (con un indice pari a 0,943), seguita da Australia, Olanda, Usa e Nuova Zelanda. La Repubblica Democratica del Congo è invece il fanalino di coda (valore 0,286) e, più in generale il fondo della classifica è occupato da Paesi dell'Africa sub-sahariana come Niger, Burundi e Mozambico.
L'Undp ha esaminato l'Isu - determinato dal livello di scolarizzazione, reddito pro-capite e aspettativa di vita - in 187 nazioni e territori, tracciando anche una classifica parallela, che tiene conto del livello di disuguaglianza nell'accesso a reddito, istruzione e sanità. E in base all'Isu 'corretto', gli Usa scivolano dal quarto al 23mo posto, la Corea del Sud dal 15mo al 32mo, Israele dal 17mo al 25mo. Le disuguaglianze nei redditi sono all'origine del crollo di Israele e Usa mentre ampi divari nell'istruzione peggiorano la performance della Corea.

L'Italia, in entrambe le classifiche è al 24mo posto e la Norvegia si presenta come il Paese più equo. La distribuzione del reddito, evidenzia l'Undp, è peggiorata in gran parte del mondo con l'America Latina come continente più "diseguale" in termini di reddito. In generale poi, il valore medio dell'Isu è cresciuto del 42% dal 1970. Negli ultimi 5 anni Cuba, Venezuela e Tanzania sono i Paesi che hanno maggiormente migliorato il proprio piazzamento.
02 novembre 2011

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