domenica 14 settembre 2014

LIBERTA' DI OPINIONE E DI ESPRESSIONE.

La Cassazione ha condannato due militanti di casa pound per aver salutato in modo romanesco (mano alzata con mano aperta) e urlando presente, azz ma questi sò proprio rimbecilliti, questo è il solo modo per fomentare una rivoluzione culturale e ideologica, a questo punto sarebbe bello se in tutte le città d'Italia lo stesso giorno ed alla stessa ora tutto il popolo di destra si riunisse e tutti insieme con la mano alzata gridassero presente.

domenica 7 settembre 2014

Marò, Nuova lettera shock del prete: “ciò che ho scritto lo pensa la maggior parte degli italiani”

A cura di Armando Yari Siporso Nuova lettera di don Giorgio De Capitani, il prete brianzolo che, tre giorni fa, aveva indirizzato parole molto dure a Giulia La Torre, invitandola a “implorare in ginocchio gli indiani e non dire stronzate”, all’indomani del ricovero, dovuto ad un attacco ischemico, del padre Massimiliano (il Marò trattenuto in India, con l’accusa di aver ucciso due pescatori, scambiati per pirati). Questa volta De Capitani scrive a tutti i lettori del suo sito per precisare e motivare la propria posizione dalla quale, in ogni caso, non recede: “so di darvi un grosso dispiacere, ma ciò che ho scritto lo pensa la maggior parte degli italiani – e aggiunge – quando si tocca la casta militare, apriti cielo! Scendono i fulmini! Forse nemmeno scagliati dai militari quanto da esaltati militaristi” E’ un attacco, sulla vicenda, a 360 gradi quello del sacerdote: contro il Governo italiano “che l’ha strumentalizzata in senso patriottistico, quando di patriottico non c’è nulla”; contro gli uomini di Chiesa “che si nascondono dietro al solito buonismo, un misto di compassione, di prossimità del tutto emotiva, per non dire di convenienza opportunistica”; contro i media nazionali “che si guardano bene dall’esporsi più del dovuto, dietro quella maschera ipocrita che caratterizza la stampa italiana dei poteri forti”. Pur specificando comunque di “non voler colpire la persona di una ragazza – scrive don Giorgio nei confronti di Giulia La Torre – di cui comprendo benissimo lo stato d’animo di figlia che da tempo aspetta che il padre torni a casa, per cui sarei ben felice se la vicenda si risolvesse nel migliore dei modi per i due marò”.

venerdì 5 settembre 2014

Il 'don' offende la figlia del Marò: mandate lui in India

Tanto da quelle parti perseguitano i cristiani. E dunque questo parroco non rischia nulla Dopo aver insultato per anni Silvio Berlusconi, a Giorgio De Capitani (nome e cognome andrebbero preceduti dal ‘don’, ma capirete bene come il titolo in questo caso stoni) adesso non va bene neppure che una figlia difenda il papà, imprigionato da oltre due anni in India, senza un processo degno di questo nome e senza che lo Stato si sia finora speso concretamente per riportarlo a casa. "Dàtti una calmata, rifletti, non scrivere stronzate, e implora in ginocchio la clemenza della giustizia indiana!". Così Giorgio De Capitani prende di mira Giulia Latorre, figlia del marò Massimiliano che l’altro giorni su facebook ha definito l’Italia un "Paese di merda, che pensa più agli immigrati che a mio padre”. In quel caso la rabbia di una figlia, in questo la maldicenza di un ‘padre’. E proprio perché arriva da un ambiente cattolico, la maldicenza - comunque disdicevole a prescindere - fa doppiamente male (ben altra sensibilità ha invece mostrato il fine poeta Davide Rondoni, in una lettera aperta apparsa su Avvenire di ieri e intitolata 'Giulia, la tua ira spinga l'amore'). Per tornare al 'don', ricordiamo che, dopo gli insulti a Berlusconi, De Capitani venne rimosso dalla parrocchia di Rovagnate e mandato  a Dolzago, vicino Lecco. Ora vorremmo sommessamente consigliare al suo Vescovo di mandare De Capitani proprio in India, dove i cristiani li perseguitano. E dove ‘don’ Giorgio quindi non rischia assolutamente niente. itraboni@ilgiornaleditalia.org

giovedì 4 settembre 2014

Immigrati, il tasso di occupazione e’ superiore a quello degli italiani

ECONOMIA, NEWS giovedì, 4, settembre, 2014 4 set. – L’Italia e’ uno dei pochi paesi dell’Unione Europea in cui gli stranieri sono “piu’ occupati” dei cittadini nazionali. Lo rivela un’elaborazione del Centro Studi “ImpresaLavoro” sulla base dei dati Eurostat del 2013.
Secondo lo studio, il tasso di attivita’ tra i cittadini italiani e’ del 59,5%, circa 9 punti inferiore alla media europea, mentre tra gli stranieri residenti la percentuale sale al 61,9%. Il dato – nota ImpresaLavoro - e’ in controtendenza in Europa in particolare per gli extracomunitari: in media, i paesi dell’Unione a 28 registrano tassi di occupazione tra i loro cittadini di circa 13 punti percentuali superiori a quelli degli extracomunitari residenti. Il tasso di occupazione dei francesi e del 70,6% e quello degli stranieri residenti in Francia del 55,9% (cioe’ -14,7%); il tasso dei tedeschi e’ del 78,7% e degli stranieri residenti in Germania del 65,0% (-13,7%); in Spagna rispettivamente 59,5% e 52,8% (-6,7%); in Gran Bretagna 75,4% e 70,4% (-5,0%); in Grecia 53,4% e 50,3% (-3,1%). Il dato e’ particolarmente significativo se si osserva il confronto relativo ai cittadini extracomunitari. Solo altri tre paesi – oltre all’Italia – hanno tassi di occupazione piu’ alti tra la popolazione extracomunitaria rispetto a quanto avviene per i propri connazionali. In Svezia il tasso di occupazione dei soggetti extracomunitari e’ piu’ basso del 31% rispetto a quello degli svedesi. Nel Regno Unito la differenza e’ del 13,5%, in Germania del 20,2%, in Francia del 22%, in Spagna del 9,5%, in Grecia del 3,7%. L’Italia risulta cosi’ al quarto posto in Europa, dietro soltanto a Cipro, alla Repubblica Ceca e – di pochissimo – alla Lituania. Anche i soggetti che vengono in Italia da altri paesi Ue sembrano avere una maggior capacita’ di collocamento rispetto ai nostri connazionali. Il tasso di occupazione degli stranieri comunitari nel nostro Paese (65,8%) e’ infatti di ben 6,3 punti superiore a quello dei cittadini italiani (59,5%). Davanti a noi, in Europa, ci sono solo la Polonia e la Slovacchia. Anche in questo caso, larga parte delle economie continentali avanzate riesce ad occupare meglio i propri connazionali che gli stranieri comunitari con differenziali che vanno dal 15% della Slovenia al 3,5% della Germania, passando per lo 0,5% della Francia e l’1,3% della Spagna. Fa eccezione, in questo caso, la Gran Bretagna che riscontra un tasso di occupazione tra i cittadini comunitari di quasi 4 punti superiore a quello dei sudditi di Sua Maesta’. agi