domenica 23 gennaio 2011

SOLO PER RIFLETTERE UN PO'


Mister Gomorra fa il guardone
Di Vittorio Sgarbi

Il popolare scrittore sposa per moda e compiacenza l'inchiesta delle toghe rosse contro la libertà sessuale. Scambia i desideri per crimini dimostrandosi così dilettante di giurisprudenza e ignorante di letteratura

È quasi imbarazzante ricordare che, nella storia umana e letteraria, l’erotismo confina con la trasgressione che non ammette regole. Perciò è tutelato dalla riservatezza e dalla menzogna, che ne sono elementi caratterizzanti. Nulla è più dirompente che invadere la sfera sessuale. E spesso essa confina con il ridicolo. Un grande uomo in mutande, in erezione, l’attività erotica del principe Carlo o del re Juan Carlos, o anche di Andreotti, di Emilio Colombo, di Oscar Luigi Scalfaro e giù giù fino a Fassino, Gasparri, Prodi, Pecoraro Scanio, Vendola, e il vederli nudi nell’atto sessuale ha qualcosa di intollerabile e di ripugnante. E infatti non si vede e non se ne parla.
Se da queste perverse immaginazioni, passiamo alle personalità letterarie, vediamo allora Saffo, per come lei stessa si descrive, e poi passiamo a Machiavelli, che racconta nei particolari una sua avventura notturna con una donna bruttissima, giù giù fino a De Sade, classico della liberazione sessuale confinante con la perversione, a von Sacher Masoch (dal cui nome deriva la diffusa inclinazione al piacere nelle sofferenza, detta masochismo), ad Oscar Wilde, arrestato per i suoi amori, a Rimbaud e Verlaine, oggi modelli trasgressivi ammirati, a George Simenon, il grande scrittore che ebbe fra amori liberi e amori a pagamento, diecimila donne, a Paul Leautaud, che ogni giorno era alla ricerca di un corpo nuovo, per irrefrenabile priapismo, a Pierpaolo Pasolini, modello culturale, grande intellettuale, certamente consideratissimo da Roberto Saviano e da molti politicamente corretti che, come Mr. Hyde, nella notte andava a caccia di corpi a pagamento ed è stato ucciso da un marchettaro, Pino Pelosi, che, pagato, non era disponibile alle richieste estreme del grande scrittore (di cui non si vorrà dimenticare l’ingiusto processo patito in Friuli per avere masturbato suoi allievi quindicenni consenzienti, e per questo cacciato dal Partito comunista), devo continuare? Ricordare L’ultimo tango a Parigi con l’episodio del burro o l’immagine poetica e lirica della tabaccaia nel film Amarcord di Fellini, prosperosa adulta sul corpo della quale si masturbano piccoli adolescenti minorenni?
È dunque arrivato il momento che la Boccassini apra un’inchiesta sul film Amarcord di Fellini. Per questa sua meritoria e inevitabile impresa (ove il reato non sia prescritto), in nome dell’obbligatorietà dell’azione penale, potrà ricevere il plauso di Roberto Saviano, che non mancherà di dedicarle la prossima laurea honoris causa che qualche compiacente università vorrà attribuirgli per i suoi indiscussi meriti. Esattamente come ha fatto premiando l’inchiesta milanese sui gravissimi reati sessuali attribuiti al presidente del Consiglio. Nel manifestare la sua fede incrollabile nel pensiero unico del politicamente corretto e la sua incondizionata ammirazione per la Boccassini che ha inteso riconoscere gravissimi reati nel trasferire da parte del premier l’atmosfera delle discoteche e del divertimento notturno dei ragazzi, con l’eccezione della droga, a casa propria. Oltretutto, molte delle ragazze, subito considerate prostitute, sono le stesse che si agitano nei programmi televisivi d’intrattenimento.
O le Kessler facevano qualcosa di diverso dalle Veline? E le cubiste, danzatrici di lap dance, pagate per agitarsi freneticamente, fanno qualcosa di diverso dalle ragazze invitate ad Arcore che subito, ripeto, vengono considerate prostitute? Ricevere regali e prostituirsi? E se i regali li fa un uomo ricco, com’è normale che sia, diventa un cliente o è semplicemente un uomo generoso? Era una puttana Jackie Kennedy che stava con Onassis? E vendere il proprio corpo è un reato?
Così sembra pensare Saviano, grande dilettante di giurisprudenza e grande ignorante di letteratura, che pratica con ineguagliabile vittimismo. In un clima di conformismo e di assoluta violazione delle libertà individuali, il facile attacco a Berlusconi, dimenticando conquiste e comportamenti trasgressivi legati ai nomi di De Sade, Oscar Wilde, Pasolini, Sartre, Rimbaud, Verlaine, evidentemente poco letti da Saviano, ha determinato la comoda, opportunistica, ridicola decisione di Saviano il cui editore, come si sa, è Berlusconi che gli paga i cospicui diritti come paga alcune ragazze in omaggio alla loro bellezza (d’altra parte forse dimentica che qualcuno ha inviato cinquecento rose rosse a Barbara D’Urso): dedicare una laurea honoris causa attribuitagli, per moda e per compiacenza, a Ilda Boccassini e a quei magistrati di Milano che hanno aperto la più straordinaria inchiesta contro la libertà sessuale, indifferenti a chiunque sia stato con la minorenne Ruby pagandola, e interessati solo a Berlusconi.
Saviano non si chiede perché, nella obbligatorietà dell’azione penale da loro rivendicata, i magistrati non si interessano degli altri «clienti» di Ruby, non difficili da individuare con i metodi di indagine adottati nei confronti del premier senza alcuna denuncia di parte, e per ciò che riguarda persone adulte, del tutto abusivi, minacciando quelle elementari libertà individuali celebrate in un altro libro che evidentemente Saviano non conosce: «Moll Flanders» di DeFoe. Il conformismo dominante determina l’attribuzione di lauree honoris causa a personaggi che si mostrano vittime senza avere riscontrato rischi reali (nel caso di Saviano negati per esempio dal capo della mobile di Napoli, Vittorio Pisani) perché, come in questo caso, esse siano usate strumentalmente.
Forse sarebbe meglio darle a chi conosce il diritto e la letteratura e non trasforma istinti e desideri in crimini. E voglio aggiungere che, nella denuncia degli interessi mafiosi legati alla colossale truffa dell’eolico che comporta anche una distruzione del paesaggio in contrasto con l’articolo 9 della Costituzione non ho mai visto Saviano, nonostante le mie sollecitazioni, come nel sostegno alla battaglia contro la libertà sessuale dei magistrati di Milano. Io, per avere bloccato tutti gli impianti eolici e fotovoltaici a Salemi, sono stato pesantemente minacciato. Ma Saviano non ha aperto bocca. Capisco che stabilire la natura dei rapporti tra Ruby e il premier è un’impresa più importante che combattere la mafia del vento; ma per preoccuparsi della Boccassini e di Ruby Saviano ha la scorta, per combattere Matteo Messina Denaro e i suoi affari, a me l’hanno tolta.

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