giovedì 27 gennaio 2011

La famiglia distrutta è alla Sinistra di Dio


di Alessandro Pertosa

Chi crede che la distinzione tra destra e sinistra derivi dalla
rivoluzione francese, si sbaglia di grosso. Già in epoca biblica,
infatti, v'era una netta differenza tra la destra, luogo della
salvezza, e sinistra, luogo dei dannati. La destra da sempre
simboleggia la forza, l'onestà, la chiarezza, mentre la sinistra
indica la dimensione di colui verso il quale non si ha alcuna
fiducia: atteggiamento sinistro, colpo mancino, lo stesso incidente
è anche detto sinistro e non me ne vogliano i cattoprogressisti se
ricordo loro la definizione più comune che li caratterizza:
sinistrume... D'altronde, come nota acutamente Giovanni Zenone nel
suo libro A sinistra di Dio, «la mano abile è la destra, e chi sa
usare ambedue indifferentemente è chiamato ambidestro, non
ambimancino. Il mancino è colui che non ha saputo adeguarsi
all'addestramento, o peggio, che non è stato addestrato...». La
sinistra esprime evangelicamente una negatività intrinseca
ineliminabile: «La mente del sapiente si dirige a destra e quella
dello stolto a sinistra» (Qo 10,2).Una delle caratteristiche
fondamentali della cultura contemporanea è di essere piena di colpi
mancini. Dopo aver scotomizzato lo spirito, il mondo secolarizzato,
figlio della rivoluzione francese, si getta a capofitto verso la
divinizzazione della dea-ragione. Quella stessa ragione che consentì
al "borbonico" Ugo Navarra di dire (riportato da C. Alianello ne
L'eredità della Priora): «Cos'è la vita? E la ragione? Che ti spiega
la ragione? Un accidenti ti spiega. Evviva la ragione illuminata! E
io che ci credevo [...]. Che ragione? Che ragione mi aiuta? Che vita
razionale? La vita è fuori di me, fuori di noi, che non la sappiamo
cogliere». E saper cogliere la vita vuol dire guardare il reale con
occhio disincantato, non utopico: per comprendere la res dobbiamo
abbandonare la supponenza dell'eidos, onnipresente. Le ideologie
cervellotiche, infatti, incarnano l'atteggiamento sinistro di chi si
ostina a considerare bianco ciò che è nero, caldo ciò che è freddo,
bello ciò che è brutto, destro ciò che è sinistro. Il vero obiettivo
mancino consiste nell'indifferenza valoriale, poiché agisce
sinistramente chi pretende che il valore cessi di valere e che la
mediocrità sia elevata al massimo della stima. E chi non si adegua
al nuovo "bordello" intellettuale è un bacchettone da emarginare. I
buoni con noi, i cattivi con gli altri. Senza considerare che dietro
al "noi" ed agli "altri" vi sono cuori che battono, coscienze che
palpitano e speranze che crescono... Ma la sinistra questo non lo
sa! Emarginare, emarginare, emarginare, qualcosa non rimarrà! E
perché ciò? Solo per un presupposto principio comunitario tendente
all'uguaglianza ed all'indifferenza valoriale? E poi, a ben vedere,
cos'è un principio, se non un concetto che ha un fondamento morale?
Ed in nome di questi non meglio precisati principi sinistri, la
famiglia non è più un valore, un unicum, non è più costituita da un
uomo e da una donna (legati indissolubilmente attraverso il sacro
vincolo del matrimonio), bensì diviene un istituto artificiale,
giuridico, civile. Il matrimonio è un accordo, un banalissimo
accordo tra due persone. Che siano poi dello stesso sesso poco
importa. E come qualunque contratto ha anche la sua "bella" data di
scadenza. Due, tre, o forse quattro anni, poco importa. Intanto si
fa una prova, si rodano i rapporti e si fanno nascere dei figli.
Poi... e poi? Se lo screening non dovesse rispettare i parametri,
ognuno per la sua strada. Tanto ci si può sempre rifare una vita,
no? Poveri quei figli di genitori sinistri!Due papà, due mamme, una
mamma-nonna ed una mamma-zia, una mamma biologica ed una adottiva,
la compagna del papà ed il compagno della mamma, tutti insieme
appassionatamente, dalla famiglia patriarcale a quella allargata.
Per non parlare, poi, dei padri pederasti che abbandonano le mogli
perché invaghitisi di giovani efebi; qui i figli si troverebbero,
loro malgrado, adottati anche dal compagno di papà: altro che colpi
mancini, qui siamo al delirio. Un tempo si diceva "Natale con i tuoi
e Pasqua con chi vuoi". Ma oggi i "tuoi" chi sono?Non v'è bisogno
d'essere cristiani, cattolici osservanti, per comprendere che si
vive meglio in una famiglia unita, dove i genitori (un uomo ed una
donna) vivono d'amore e d'accordo, piuttosto che in una famiglia
dilaniata dagli odi fra ex coniugi. Ma la serenità familiare passa
attraverso la stabilità dei rapporti, nel personale donarsi
all'altro e nell'aiuto reciproco, stendendo la mano destra. E se non
ci si dona, ci si odia, tertium non datur. Altro che Patto Civile di
Solidarietà! Altro che convivenza! Il riconoscimento delle unioni
civili funge da grimaldello col quale scardinare il nucleo centrale
della società umana, cieca dinanzi ai bassi istinti della bestialità
egoista.

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