sabato 9 ottobre 2010

Una brutta faccenda



Veramente una brutta faccenda, una losca storia di intrighi, poteri oscuri che si intrecciano fra loro in maniera talmente fitta da non farne intravedere neanche l’inizio, intercettazioni ed intercettati, insomma un parapiglia che sta sempre più degenerando.
A pochi giorni dal tentativo di omicidio del Direttore di Libero Dott. Maurizio Belpietro e le minacce che lo stesso Direttore ha ricevuto, ecco la perquisizione nella sede de “IL GIORNALE”. Che strano, non trovate? Tutto questo nel giro di pochi giorni, come se dietro ci fosse una sorta di progetto il cui unico obiettivo è accecare e silenziare chi non la pensa come la stragrande maggioranza dei media e della carta stampata.
Quando l’Unità è stata querelata per tutto il fango gettato addosso a Berlusconi, quando Repubblica viene messa all’indice per la persecuzione mediatica di 90 giorni consecutivi contro il Presidente del Consiglio, sono scesi tutti in piazza per manifestare sulla violazione della libertà di stampa. Hanno manifestato il sindacato dei giornalisti, i partiti politici del centro sinistra, le sigle sindacali unitarie, i no global. Ci mancava l’arcigay e saremmo stati al completo!
In questo caso invece, a parte gli attestati di stima e vicinanza (attestati falsi e di facciata), nulla si è detto e nulla si è fatto. Se non fosse che il Direttore di Libero e il Giornale sono conosciuti, tutto sarebbe passato senza neanche una parola.


E’ la libertà di stampa dove la mettiamo? Libero ed Il Giornale non sono testate giornalistiche alla pari dell’Unità e di Repubblica? Oppure sono da considerare giornali (e giornalisti) di seconda fascia?
Eppure anche questo è un tentativo di ridurre al silenzio la libertà di stampa, anche questo è un becero tentativo di imporre un manto nero al giornalismo, anche questo dovrebbe far scattare l’impulso di scendere in piazza a protestare.
Invece nulla, silenzio, gettato nel dimenticatoio.
Si, è proprio una brutta faccenda che non può e non deve passare inosservata, altrimenti rischiamo di cadere in un buco ancora più profondo di quello in cui siamo cascati da 20 anni a questa parte.
Se si incomincia a chiudere un occhio su certi gravi fatti, poi si corre il pericolo di chiuderli tutti e due su altri e magari si fa come le tre scimmiette “Non vedo, Non sento, Non parlo”!
D’altra parte siamo in Italia, mica in America …. O no?
Giacomo Bianchi

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