giovedì 21 ottobre 2010

Contro Fini i fan in rivolta: sei un quaquaraquà



di Francesco Cramer


Tanto ha soffiato sul fuoco dell’antiberlusconismo più feroce che alla fine Fini si è bruciato la faccia. Dopo il sì al lodo Alfano i dietrofront degli ex supporter: "Basta, me ne torno da Di Pietro". E i fan accusano il presidente della Camera: "Altro che libertà, siete 'futuro e retroattività'"



Roma - Tanto ha soffiato sul fuoco dell’antiberlusconismo più feroce che alla fine Fini si è bruciato la faccia. Sì perché le ultime mosse del suo Fli - via libera in commissione al Senato del lodo Alfano retroattivo e «no» alla richiesta di autorizzazione a procedere contro l’ex ministro dei Trasporti Pietro Lunardi - hanno scatenato il putiferio tra i suoi supporter. I quali hanno preso d’assalto il web e tolto la pelle ai finiani, nessuno escluso. La valanga di messaggi di «vergogna» non ha escluso nessuno: da Fini a Granata, passando per Bocchino e Filippo Rossi. Per mesi il presidente della Camera ha giocato a fare il neo Che Guevara capace di rovesciare la dittatura berlusconiana? Al primo sentore d’accordo con l’ex amico è partita l’accusa di collaborazionismo. Poi, vai a spiegare che in fondo anche in quel catino d’odio verso il premier che fu Mirabello Fini disse testuale: «Nessuno è contrario al lodo Alfano o al legittimo impedimento...». Tutto inutile. Il popolo finiano, sempre più viola, ha accusato il colpo e ora comincia a sbraitare: tradimento.
Sul sito di «Generazione Italia» si va dal «sono profondamente deluso, vi avrei dato il mio appoggio ma mi rendo conto che siete parte di una commedia» al «stamani alle 7 Bocchino era penoso». Un altro graffia: «Pubblicateli adesso i sondaggi di Crespi...». Mentre un altro smaschera la sua provenienza: «Dopo questa mossa torno da Di Pietro». C’è l’ira funesta di un (ex) simpatizzante: «Per quanto ancora vorrete continuare a sbandierare legalità e giustizia sociale per poi pulirvene il c. quando è ora di prendere decisioni? Fini lei è un qua-qua-ra-quà. Così come Granata (che stimavo) e l’italicoBocchino». E quella più fredda di un (ex) militante: «Questo tentativo di fingersi paladini della giustizia, mentre poi votate leggi vergognose sarà la tomba di questo partito». Uno la butta sull’ironia: «Fin quando Fli non tornerà sui suoi passi, nessuno si offenda se verrà usato l’appellativo “Futuro e Retroattività”. È più consono». Insomma, Fini ormai è ostaggio dell’antiberlusconismo militante.
Anche uno come Granata, comunque, non se la passa bene in queste ore. Sfiga ha voluto, poi, che proprio quando al Senato passava il lodo Alfano sul suo blog campeggiasse lo scritto dal titolo «La cosa giusta». Svolgimento: «Due elementi sono imprescindibili e rappresentano il vero perimetro pubblico e politico della nostra nuova impresa e dello stato nascente della nostra identità: la coerenza e l’esempio. La coerenza nei comportamenti parlamentari su “temi sensibili” come legalità e giustizia: quindi una chiusura netta a qualsiasi ulteriore legge ad personam...». Commenti dei militanti: «E come lo spiega il salvataggio di Lunardi di oggi? Ed essere favorevoli al lodo salvaberlusconi? Tante parole come tutti gli altri, ma siete solo dei paraculi... Se crede veramente in ciò che dice, per mantenere un minimo di dignità, se ne vada». Oppure: «Ma toglietela quella foto di Borsellino, dai... Non bestemmiare contro gli eroi morti». E ancora: «L’apertura di credito aperta nei confronti del Fli è già sepolta. Complimenti. Legalità, cosa giusta, coerenza: ma sapete di cosa parlate o blaterate a vanvera un tanto al chilo.

L’onorevole, spalle al muro, corre ai ripari con un altro scritto: «Bisogna riconoscere che opinione pubblica e gran parte dei nostri quadri e militanti sono disorientati. Ma se sul lodo la posizione di Fini è sempre stata favorevole... il voto su Lunardi è stato un grave errore politico... Auspico un ritorno degli atti in Aula, per votare compatti a favore dell’autorizzazione a procedere contro l’ex ministro Lunardi». E poi: «Una cosa è certa: da oggi dovrà discutersi ogni posizione e ogni voto d’aula per evitare che, nella distrazione in buona fede di alcuni, prenda il sopravvento il partito trasversale della conservazione». Ah sì? Ecco come risponde un militante: «La vera ragione della nascita di Fli era la voglia di Fini di comandare, di essere il numero 1, di avere il suo partitino con le sue truppe... Mi spieghi: tra le “distrazioni in buona fede di alcuni” c’è l’adesione di Catone, che per lei è meglio della Sbai, di Cuffaro persona diversa, di mister centomila preferenze, gli appalti alla suocera, Bocchino e Rai Cinema, l’appartamento a Montecarlo. E quante distrazioni, però!».
Ecco: non solo i casi Alfano e Lunardi. Un (ex) simpatizzante mette il dito nella piaga su altri temi sensibili in casa Fli: «Onorevole Granata, nella mia regione, l’Abruzzo, Fini ha da poche ore nominato l’onorevole Giampiero Catone nel ruolo di coordinatore regionale del comitato costituente del Fli. Proprio in questi minuti si stanno dimettendo tutti coloro che si sono spesi in questi ultimi mesi per il nostro movimento e futuro partito. Per favore intervenga al più presto per far tornare il presidente sui suoi passi, dopo l’evidente errore in cui è ingenuamente caduto. Il mio è un grido disperato e non devo certo spiegarle il motivo...».

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