venerdì 11 settembre 2009

COMITATO CENTRALE DEL 26 SETTEMBRE

RICEVO E LO RINVIO PER CONOSCENZA



Massimiliano Mammi 10 settembre alle ore 14.57 Rispondi
La Spezia, 9 Settembre 2009

Ill.mo On. Teodoro Buontempo
Presidente Nazionale
SEDE
e, p.c. Sen. Francesco Storace
Segretario Nazionale
SEDE
Componenti Ufficio Politico
Loro Recapiti

Caro Presidente,
come noto il prossimo comitato centrale del partito, da te convocato, ricoprirà fondamentale importanza per il futuro del nostro movimento.
A tal proposito ho ritenuto necessario predisporre un documento, che ti riporto in calce, nel quale oltre ad una serie di considerazioni e proposte è contenuta l’esplicita richiesta di dimissioni rivolta al segretario del partito.
Nel caso in cui Storace riterrà di non procedere in tal senso sarà presentata una mozione di sfiducia e di eventuale convocazione del congresso straordinario.
Ti pregherei quindi di inserire all’interno dell’ordine del giorno la voce varie ed eventuali per poter dare la possibilità al Comitato Centrale di discutere ed eventualmente votare la mozione di cui sopra.
Per una corretta e lineare diffusione delle informazioni, sono a pregarti di rendermi noti tutti i recapiti dei membri del comitato centrale stesso onde poter segnalare le miei intenzioni.
Oltre a ciò, ai sensi dell’art. 12 comma secondo dello Statuto, attenderò l’eventuale pronunciamento del comitato centrale sulle nomine dei responsabili di dipartimento proposte dal Segretario Nazionale, per elaborare i necessari progetti ed attività del dipartimento rete del sociale.
In attesa di tuo cortese riscontro, porgo i miei più sentiti e cordiali saluti.
Massimiliano Mammi


Nella prossima riunione del comitato centrale avremo il compito di non soffermarci alla mera discussione su decisione già prese o su obiettivi a breve termine ma, al contrario, si dovranno gettate le basi, le fondamenta, per ripensare approfonditamente il nostro movimento.
La fotografia sociopolitica con la quale dovremo confrontarci, presenta dei mutamenti ormai radicati che ci obbligano ad interrogarci sul ruolo di una forza politica nazionale, sociale, tradizionale e rivoluzionaria.
Il comitato centrale dovrà definire urgentemente laboratori di analisi e proposte che, partendo dall’immutabile bagaglio valoriale, possano dare risposte efficaci grazie ad una azione politica moderna e calata nella realtà che c’è e non in quella che vorremmo che fosse.
Grande dovrà essere lo sforzo di una classe dirigente che dovrà misurare le proprie capacità evitando di risolvere il tutto nelle facili battaglie sempre più di retroguardia e con una capacità di risultato prossima allo zero.
Nella descrizione del nostro movimento viene citato per ultimo l’aggettivo “rivoluzionaria”; buona parte della sfida sta dentro a quelle quattordici lettere, nella capacità di esserlo veramente. Il periodo storico a cui molti di noi guardano con interesse, passione ed orgoglio fu RIVOLUZIONARIO. Rivoluzionò la società italiana in tutti i suoi aspetti, fu rivoluzionario in estrema sintesi nel pensiero e nell’azione, fu rivoluzionario sino all’ultimo giorno dimostrando di essere l’Idea in movimento e sempre proiettata nel futuro e mai nel passato. Anche il movimento da cui molti di noi provengono dimostrò capacità di anticipare problemi, soluzioni e prospettare nuovi scenari. Anche questa capacità dovrà essere ritrovata e consolidata con una continua sfida con noi stessi. Guai rifugiarsi nello sterile nostalgismo.
Se questa banale analisi trova condivisione si potrà comprendere quale sarà il campo del confronto: analisi, progetto ed azione a 360°, trovando il coraggio anche di mettere in discussione posizioni apparentemente consolidate nell’azione politica come, ad esempio, l’immigrazione e la società multirazziale, le politiche sociali, la famiglia, l’ambiente, il lavoro. Il tutto, lo si ribadisce con forza, mantenendo come punto di partenza valori e morale.
La definizione di quanto sopra dovrà anche determinare il nostro posizionamento nella scenario politico nazionale.
Ovviamente l’iter necessario per la definizione di quanto dovrà camminare di pari passo con la gestione della quotidianità che, al momento, siamo costretti a subire.
Anche in questo caso il comitato centrale dovrà dare delle indicazioni precise evitando di continuare nella situazione attuale che ci vede molto simili ad una pallina di un flipper con continui cambiamenti di rotta, voli pindarici, accelerazioni e frenate con il solo triste risultato di finire “in buca”.
Dovremo esprimerci in modo chiaro e definitivo sulla politica delle alleanze per le prossime regionali, su eventuali accordi con forze politiche di area, sugli organigrammi e su come utilizzare al meglio le poche risorse economiche a nostra disposizione.
Il comitato centrale dovrà soprattutto decidere se l’attuale conduzione del movimento è ancora spendibile per il prossimo futuro o se invece sarà indispensabile procedere alla convocazione di un congresso nazionale straordinario per il rinnovo di tale carica affidando la transizione al presidente del movimento.
Si ritiene che questo passaggio sia fondamentale per garantire tutti i punti espressi in precedenza che questi siano di elaborazione progettuale o di gestione attuale.
La corretta, serena ma anche cruda analisi del trascorso ci indica inconfutabilmente che troppi sono stati gli errori commessi con gli evidenti negativi risultati; ciò basterebbe ad affermare che, come in ogni organizzazione anche la più semplice, che chi perde deve avere la capacità e l’umiltà di fare un passo indietro.
Continuare nell’attuale gestione il rischio di incartarsi ulteriormente è troppo elevato e non possiamo assolutamente più permettercelo.
La gestione non condivisa, la conduzione più da capo corrente che da segretario di partito, la cultura del sospetto e la sindrome da accerchiamento portano a sostenere con forza che Francesco Storace, pur possedendo capacità ed esperienza invidiabili, non può più condurre il partito.
Ci si riserva, ovviamente, di essere maggiormente espliciti nel dibattito citando, tra l’altro, anche il metodo ed il criterio utilizzato nella riorganizzazione del partito con particolare riferimento ai dipartimenti.
Le politiche delle alleanze portano alle stesse considerazioni sopra riportate: non possiamo essere amici del presidente del consiglio oggi per non esserlo più domani ed innamorarci nuovamente dopodomani, non possiamo escludere aprioristicamente cartelli elettorali con la fiamma tricolore e altre forze d’area o peggio ancora ingaggiare il gioco al massacro del tiro alla fune.
Se poi andiamo all’analisi della situazione del partito aggiungiamo un altro nota dolente. L’emorragia è sotto gli occhi di tutti ma la colpa è proprio sempre di chi se ne va?
Si auspica quindi che, consapevole delle proprie responsabilità, Francesco Storace, rassegni al comitato centrale le proprie dimissioni o, in alternativa a ciò, sarà indispensabile proporre al comitato centrale una mozione di sfiducia al segretario nazionale.
L’appello è quello di essere presenti alla riunione fissata dal presidente nazionale per il prossimo 26 Settembre, per onorare l’incarico ricevuto dal congresso nazionale e per definire un vero rilancio del nostro movimento.
Sarà una giornata intensa e faticosa che potrà essere affrontata con il giusto spirito solo con la consapevolezza della grande responsabilità che ognuno di noi si è assunto con la nostra vasta comunità, quella che ancora dimora all’interno del perimetro del movimento e con quella, molto più vasta, che ci guarda con interesse e speranza.

Nessun commento:

Posta un commento