venerdì 19 dicembre 2014

L'ultima follia: rimborso pure ai consiglieri assenti

In Friuli-Venezia Giulia voto bipartisan: trasporti e pasti in nota spese anche in caso di mancanza dall'aula. E la Serracchiani non dice nulla  Eccone un'altra. Sì, un'altra che promette promette e non mantiene un centesimo delle cose che dice. Debora Serracchiani, una volta eletta nel 2013 a governatrice del Friuli-Venezia Giulia aveva detto: «Dimezzeremo gli emolumenti dei consiglieri, massimo 5mila euro al mese, spese incluse». Ma la rivoluzione si è già fermata: oggi la retribuzione netta non scende sotto i 7.500. E l'ultima legge di bilancio invece di togliere, aggiunge.Il centrodestra ha proposto un emendamento (votato all'unanimità da tutta la maggioranza) che permette ai consiglieri assenti, malati o in vacanza, poco importa, di farsi rimborsare le spese di «mandato». Ripetiamo: un consigliere o una consigliera della Regione Friuli-Venezia Giulia che non si presentano alle sedute d'aula, indipendentemente dalle scuse che accampano (anche maternità, paternità e lutti costituiscono assenze giustificate), possono chiedere il rimborso di spese mai sostenute come taxi, biglietti aerei o ferroviari, bar, ristoranti, etc . Non sono bastati gli scandalosi scontrini delle mutande in Piemonte, degli aperitivi in Lombardia, dei vibratori in Emilia-Romagna, ora arrivano anche i rimborsi per il nulla. E questo non è tutto. In Friuli-Venezia Giulia un consigliere inviato «in missione» a rappresentare i friulani fuori regione, viene ricompensato due volte: una volta per le spese sostenute e un'altra attraverso un rimborso forfettario. E non si vergognano neppure. Alla renziana senza macchia e senza paura Serracchiani non è venuto in mente di prendere carta e penna e denunciare quanto i suoi consiglieri hanno votato. Non fosse altro per il fatto che la sua legislatura era nata dalle ceneri di una stagione all'insegna di «rimborsopoli» (venerdì scorso venti consiglieri sono stati convocati dalla Corte dei Conti per fornire spiegazioni sull'utilizzo dei fondi dei gruppi per l'acquisto di gioielli, pneumatici e profumi). Il testo originale della legge regionale che disciplina le diarie prevedeva una «trattenuta del rimborso forfettario» per ogni «giornata di assenza dalle sedute di Consiglio o di commissione». Ovvero una decurtazione della diaria dai 120 ai 166 euro netti per ogni assenza. L'emendamento proposto dal centrodestra e votato da tutti, invece, recita: «La trattenuta non viene operata in caso di malattia». La regola vale sia per i consiglieri sia per i membri della giunta, quindi anche per la santarellina Serracchiani. Lei da sola, da gennaio a settembre, si è fatta rimborsare 32.406 euro. La sua giunta 105mila euro.La cosa buffa è che a differenza dell'indennità la diaria è pure esentasse. Per questo quando i consiglieri regionali sentono parlare di rimborso forfettario viene loro l'acquolina in bocca stile Grinch. Ecco perché molti consigli regionali hanno tagliato le prime e alzato le seconde. In Veneto, ad esempio, i consiglieri hanno fatto finta di ridursi lo stipendio di 3.709 euro, aumentando i rimborsi di 4.500 euro. Quando si tratta di diarie non esistono destra e sinistra. Sono tutti uguali.

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