giovedì 7 luglio 2011

Calano i rifiuti ma salgono i costi per le famiglie


Mentre Napoli ancora combatte con i suoi cumuli di immondizia che rappresentano ormai un serio rischio per la salute pubblica, l’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale pubblica il Rapporto rifiuti 2011, dal quale emerge per l’Italia un andamento positivo.

Nel 2009 rispetto all’anno precedente la produzione di rifiuti urbani è calata in tutta Italia: -1,6% al Centro, -1,4% al Nord e -0,4% al Sud. La riduzione è in realtà più contenuta rispetto a quella registrata nel passaggio dal 2007 al 2008, che era stata pari al 2,2%, ma il segnale è comunque da considerare incoraggiante. Nel rapporto si specifica che il calo è senz’altro almeno in parte dovuto al segno meno che ha accompagnato tra il 2008 e il 209 alcuni dei più importanti indicatori socio-economici come il Pil (-3%) e la spesa delle famiglie (-2%). Insomma la crisi ci ha spinto a consumare meno e la conseguenza è che abbiamo prodotto meno rifiuti.

Le regioni dove si producono più rifiuti sono Emilia Romagna (666 kg per abitante l’anno), Toscana (663 kg), Valle d d’Aosta (621) e Liguria (605). Ma anche in queste regioni si è registrata una flessione. La produzione pro-capite più bassa si registra in Basilicata (382 kg per abitante), seguita da Molise, Campania e Calabria.

Il trend da tenere sott’occhio, e che nulla ha a che fare con l’andamento dell’economia ma soltanto con l’adozione di pratiche responsabili da parte dei cittadini è quello della raccolta differenziata, che nel 2009 ha fatto un balzo in avanti raggiungendo il 33,6% di tutti i rifiuti urbani, contro il 30,6% dell’anno precedente. La performance migliore è quella delle regioni del Sud che hanno fatto registrare un incremento pari quasi al 30%. Le regioni più virtuose sono Trentino Alto Adige e Veneto dove la raccolta differenziata supera il 57% del totale dei rifiuti.

Tra le province con più di 150mila abitanti, la più virtuosa è Modena, dove la differenziata supera il 47%. Restano sotto la soglia del 10% quattro città del Sud: Palermo, Catania, Taranto e Messina. Cagliari è la città che ha fatto registrare l’aumento più significativo: in un anno la raccolta differenziata del capoluogo sardo è passata dal 17,8% al 30,5% del totale.

A salire sono però purtroppo anche i costi che le famiglie devono sostenere per lo smaltimento dei rifiuti: tra il 2007 e il 2008 la spesa è cresciuta in media del 5%. Il costo medio di 138 euro l’anno a persona (ma nei grandi centri si pagano quasi 160 euro) è attribuibile per il 44,3% alla gestione dei rifiuti indifferenziati, per il 20,2% alla raccolta

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