giovedì 11 novembre 2010

DOMUS AUREA,ROMA. QUEL CROLLO DELLE MURA AURELIANE (VELTRONI SINDACO, RUTELLI MINISTRO)



Roma - Il crollo della Domus dei Gladiatori a Pompei è l’ultima ferita subita dal patrimonio archeologico italiano. A Roma è ancora vivo il ricordo del cedimento alla Domus Aurea del marzo scorso, che riguardò una galleria che portava alla Terme Traianee. Ma, andando indietro nel tempo, il problema dei crolli ha riguardato anche le mura Aureliane, colpite ripetutamente in più punti. I casi più gravi sono stati quelli del 2001 e del 2007. Ad aprile del 2001, durante il commissariamento in Campidoglio di Enzo Mosino, si è verificato il crollo di una ventina di metri dell’antichissima cinta muraria, in via di Porta Ardeatina.

Un cedimento provocato dalle infiltrazioni di acqua piovana, nonostante nel 1999 il Comune, guidato allora da Francesco Rutelli, avesse speso circa 30 miliardi delle vecchie lire (fondi per il Giubileo) per restaurare lo stesso tratto. Un nuovo crollo si è verificato il primo novembre del 2007, quando si è sbriciolato un tratto di mura alto 10 metri e largo 15 lungo viale Pretoriano, nei pressi della Caritas, nel quartiere San Lorenzo. E ancora una volta una concausa fu individuata nelle forti piogge e nelle relative infiltrazioni d’acqua nell’antichissima struttura, mai rinforzata a dovere. Eppure, in quell’occasione il sindaco della Capitale Walter Veltroni, che nel primo governo Prodi dal ’96 al ’98 è stato responsabile dei Beni culturali, non ha chiesto le dimissioni del ministro Francesco Rutelli, che gli aveva lasciato il testimone alla guida della città. Cosa che non ha però esitato a fare per il ministro Sandro Bondi.



Il Velino

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