domenica 15 febbraio 2009

Facebook| Maurizio Brugiatelli


Le chiamarono madri, amanti, sorelle circuendo il sentire del cuoree strapparono loro le vesti e strapparono loro le carni anche l’anima stava inchiodata alle quattro pareti del cielo.Furono mani in preghiera ed occhi di veglia, ginocchia piegate e braccia in forma di cuna a proteggere i loro tesori.Le portarono in giro pel mondo ricamate sopra vessilli ma avevano mani piagate e labbra di luna spaccata,cancellato dal vento l’amore.Parole e condanna. Silenzi e condanna.Nei polsi l’irromper di vene e bruciava la fronte e l’affanno frantumava i lembi del cuore.Sin dai giorni di Eva era stato:sul paliotto dipinte madonne ma le ossa spezzate l’ansia ruga sul volto.Furon grida taglientia salire da tetti di canne sangue bruno a macchiare le gore e bufere e tormenti e ferite realtà.Sempre esposte alla folgore, al rito, alla luce radente di luna han portato sopra le spalle, loro sì, il peso del mondo loro, i piedi di tutte le genti, loro, i corpi sudati a cercarle a squassarne le viscere, rapinarne ogni fiato.Sono state il bottino di guerra da portare in catene sul carro loro, schiave, le lingue tagliate,incapaci di prendere il volo ripiegarono le ali sul petto a proteggere vulnerabile il cuore.Sono state sospiri e sussurri. Loro fiaccole accese di notte loro fari a risplender nel buio e le grida dei sogni ed il vento che si è fatto carezza.A pensarle tappezzano i muri, sono luce che splende sui vetri si dilatano a chioma di albero, sono foglie che cantano ed il fiore sul fragile stelo e la forza dell’erba che sconfigge stagioni e ritorna.

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