mercoledì 3 febbraio 2016

OGGETTO: MOZIONE per l’accesso gratuito ai primi 50 litri di acqua potabile per uso domestico. P R E M E S S O CHE:

- il 28 luglio 2010 a New York l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che riconosce l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari tra i Diritti Fondamentali dell’Essere Umano e per questo considerati Universali. Dopo circa 15 anni di dibattiti, su 163 paesi presenti all’Assemblea, 122 hanno votato a favore (Italia compresa), 41 si sono astenuti, ma nessuno ha votato contro; - il Contratto Mondiale per l’Acqua indica in circa 50 litri la quantità minima giornaliera per soddisfare i bisogni essenziali di un essere umano, necessari per favorire i servizi igienico- sanitari di base, ancora preclusi ad oltre 2,5 miliardi di persone nel mondo; CONSIDERATO CHE: - l’acqua potabile è un bene comune: indispensabile per la sopravvivenza dell’uomo; presente in natura in quantità limitata e con concentrazioni territoriali disomogenee, dunque prezioso; entrato a far parte ufficialmente della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo; - la carenza idrica è un fenomeno preoccupante che si presenta con sempre maggiore frequenza e che riguarda almeno l’11% della popolazione europea e il 17 % del territorio dell’UE; - in Europa, nonostante la media si attesti intorno agli 85 mc. annui, circa due milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienicosanitari. A questo si aggiunge la minaccia dell’interruzione del servizio per migliaia di persone a basso reddito che non sono in grado di far fronte ai costi della fornitura idrica; - in Italia un cittadino su tre non ha accesso regolare all’acqua potabile e sono 8 milioni i cittadini italiani che non vi hanno accesso e 18 milioni quelli che bevono acqua depurata, mentre il 15% della popolazione totale ogni estate è sotto la soglia minima del fabbisogno idrico (fonte Dossier Acqua 2010 di Solidarietà e cooperazione Cipsi), che si attesta intorno ai 50 litri giornalieri procapite (diritto di acqua avallato dall’ONU); - è stata formulata una legge di iniziativa popolare concernente i principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque che, all’art. 9 comma 3, prevede il diritto umano non revocabile e nemmeno sospendibile di vedersi garantito un quantitativo minimo vitale gratuito pari a 50 litri giornalieri per persona, ripartendo la mancata fatturazione sui consumi che i cittadini evidenzieranno dalla contabilizzazione volumetrica individuale della risorsa posta a valle di ciascuna utenza; - Sicam spa cura l’approvvigionamento, il trattamento, la distribuzione, il trasporto e la vendita dell’acqua nel Comune di Monzambano, che è uno dei suoi azionisti; PRESO ATTO CHE: - per tutte le suddette ragioni l’acqua potabile, almeno per il quantitativo necessario alla sopravvivenza, non può essere considerata una merce assoggettabile a logiche di libero mercato, come una qualsiasi altra merce, e pertanto deve essere necessariamente gestita fuori dalle regole di profitto; - la mancata fatturazione per la gratuità dei primi 50 litri di acqua potabile può essere facilmente ripartita, col criterio della progressività, diluendola sulle eccedenze erogate; - la tariffa deve perseguire il principio comunitario “chi inquina paga”, principio evocato altresì dal Presidente per l’Autorità per l’Energia Elettrica e per il Gas, Guido Bortoni, nella Conferenza Nazionale dei servizi Idrici tenutasi a Milano il dicembre 2012; la gratuità di erogazione dei primi 50 litri giornalieri di acqua contribuirà a garantire ai cittadini residenti la diminuzione delle bollette del servizio idrico, innescando altresì principi virtuosi di risparmio della risorsa; IL SINDACO, LA GIUNTA COMUNALE E IL CONSIGLIO COMUNALE SI IMPEGNANO - a intraprendere ogni iniziativa di propria competenza affinché Sicam spa SpA adotti una politica tariffaria che consenta ad ogni cittadino residente la gratuità giornaliera dei primi 50 litri di acqua potabile, senza nessun costo od onere aggiuntivo, per solo uso domestico, necessari per garantire i bisogni essenziali, tra i quali i servizi igienico-sanitari, ed il pieno godimento dei diritti umani sanciti dall’ONU. - a riferire in consiglio comunale circa le azioni intraprese ed i risultati ottenuti.

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