martedì 17 dicembre 2013

Quando la politica è svuotata delle idee il loro posto lo prendono gli interessi.

di Paolo Danieli Questa è la regola che spiega senza tante chiacchiere quello che sta succedendo in Italia. La caduta delle ideologie, salutata dal tripudio degli idioti, ha fatalmente trascinato con sé anche le idee. Il messaggio che è passato è stato: la politica è prassi, amministrazione, soluzione dei problemi, gestione. In contrapposizione alla politica concepita come realizzazione di un sogno, come volontà di affermare una visione del mondo. A queste due concezioni della politica corrispondono due diversi tipi umani. Chi fa politica per un ideale è di norma motivato dalla volontà di realizzarlo e tutto il resto passa in secondo piano.Chi invece, non avendo ideali da perseguire, concepisce la politica come un mestiere, è interessato a trarne il maggior beneficio possibile. Inutile sottolineare che è questa seconda categoria quella più esposta ad approfittare della politica per arricchirsi, rubando, facendo affari più o meno leciti, succhiando tutto quello che c’è da succhiare. E’ questa la categoria che oggi popola i Palazzi. Si possono riconoscere dalle facce (quella di Fiorito è la più rappresentativa!), dai curricula ( non hanno mai lavorato! ), da come si atteggiano. L’altra categoria, quella di coloro che facevano/fanno politica per un’idea, è stata pian piano scalzata attraverso tutta una serie di meccanismi interni ai partiti e al palazzo. Sinteticamente si può affermare che la politica-politicante del magna-magna enuclea coloro che non partecipano alla mensa in quanto non ricattabili e quindi non funzionali al sistema. Del tutto particolare il genocidio politico di questo tipo antropologico avvenuto nella Destra italiana, che aveva potuto vantare mani pulite e coscienza integra fino alla fine del ‘900. All’interno di Alleanza Nazionale, che negli ultimi vent’anni della destra è stato il contenitore più importante, per volontà di Fini e dei suoi accoliti, è stato posto in essere questo genocidio politico. E’ così stata eliminata quasi totalmente la classe dirigente che era stata selezionata attraverso prove quali la militanza disinteressata, i rischi e le discriminazioni, superati solo grazie ad una forte idealità, per sostituirla con quella dei parvenu alla caccia di un posto in un c.d.a. o in una lista elettorale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la distruzione e in alcuni casi la vergogna. Oggi, da più parti, si leva l’indignazione per il malaffare e s’invocano rimedi. Ma non sarà certo introducendo le preferenze o dimezzando i parlamentari o sciogliendo le regioni che si uscirà da questa situazione. Sarebbe come curare il cancro con l’aspirina! E non sarà nemmeno il voto di protesta in favore di qualche saltimbanco.Un vero cambiamento lo si potrà realizzare solo con una rivoluzione culturale che riporti al centro della politica uomini con idee ed ideali. Perché se nel Palazzo arrivano i ladri è colpa anche di quelli che li votano. Allora bisogna cominciare dal basso, dalla gente, che deve capire che il voto non va dato a chi ti promette il favore, il posto, il finanziamento, ma a chi dà garanzie di integrità morale e di avere un progetto politico. Troppe volte la gente si lamenta, ma poi, gratta-gratta, i Fiorito & company i voti da qualcuno li avranno pur presi!E attenzione! Non si faccia di ogni erba un fascio condannando tutta la politica. La Politica è necessaria. E sono necessari anche i politici. Ed ha anche un costo. Perché chi fa politica onestamente è giusto che venga retribuito. Altrimenti la politica potranno farla solo i banchieri ed i ricchi. E allora addio democrazia! Paolo Danieli

Nessun commento:

Posta un commento