giovedì 14 giugno 2012

La Grecia è un'idrovora di sprechi


il parlamento greco

Di Andrea Brenta

Un funzionario che cerca di mettere a punto una riforma della pubblica amministrazione greca, un sistema ipertrofico, fondato sul clientelismo politico. Davide contro Golia. O, meglio, Teseo nel labirinto del Minotauro. In realtà Panagiotis Karkatsoulis, che ha recentemente (e in un momento in cui l'immagine dei dipendenti pubblici greci è ai minimi) ricevuto il Premio internazionale della società americana per l'amministrazione pubblica, non è l'unico funzionario a operare per le riforme della p.a. greca, ma uno dei più visibili. In un grafico, da lui battezzato «macaroni» e dedicato al coordinamento delle politiche pubbliche, Karkatsoulis ha cercato di «rappresentare chi dà ordini a chi, compilando le attribuzioni di ciascun ministro».

Partendo dal premier fino ai principali ministeri, lo schema mostra la catena di comando e le relazioni fra i differenti dicasteri. Il risultato assomiglia molto a un piatto di spaghetti... alla greca. «Come è possibile governare con questo?», si chiede il funzionario, che punta il dito contro altre assurdità del sistema. Per esempio, i due terzi delle misure sono presi attraverso decreti ministeriali (contro solo il 2% attraverso delle leggi). Il primo governo Papandreou contava 15 ministri, 9 viceministri e 21 ministri aggiunti, già più che sufficienti per un paese di 11 milioni di abitanti. Se non che, bisogna aggiungere 78 segretariati generali o speciali, 1.200 consiglieri, 149 direzioni generali e 886 direzioni. Il sovraccosto generato dall'amministrazione è stimato in 14 miliardi di euro.

Diversi anni fa un ministro aveva chiesto a Karkatsoulis di censire le strutture amministrative senza ragione di essere. Il funzionario aveva spiegato al ministro che quelle che contavano meno di cinque persone sarebbero dovute sparire per essere accorpate ad altre. Il ministro aveva portato il limite a tre persone. Oggi il 20% delle strutture dell'amministrazione greca non ha impiegati, il che significa che è composto unicamente da un responsabile con un titolo e un'indennità per dirigere se stesso. E il 57% ha tre impiegati o meno.

«È la caratteristica dei sistemi clientelari», spiega un funzionario europeo. «La funzione serve a ricompensare un affiliato politico». Un sistema ereditato dall'impero ottomano e perfezionato soprattutto con l'arrivo al potere, nel 1981, di Andreas Papandreou (1919-1996). Il primo ministro socialista ha soppresso le direzioni generali dei ministeri per rimpiazzarle con posizioni più politiche.

Karkatsoulis conta sulle dita di una mano i ministri riformatori che ha visto passare in vent'anni. E racconta di come essi siano stati rapidamente passati ad altre funzioni. Il primo fra questi fu Anastasios Peponis, che nel 1994 modificò la legge sul reclutamento dei funzionari per introdurre un po' di meritocrazia. «All'interno del governo tutti erano contrari. E hanno aggiunto degli emendamenti per attenuare la norma». Andò peggio a un altro ministro riformatore, Stavros Bénos, che fu presto spedito al ministero del mar Egeo. Si è dovuto attendere l'arrivo della «troïka» (Bce, Fmi, Commissione Ue) nel 2010 per veder ripartire il treno delle riforme. Ma a un prezzo ben più alto.

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