lunedì 12 dicembre 2011

Basta soldi ai partiti!




Le misure anticrisi adottate da Monti colpiscono tutti gli italiani e soprattutto, confermando una tendenza che si è manifestata da alcuni anni, il ceto medio.

Solo i partiti escono indenni dalla stangata. Hanno colpito i lavoratori, i pensionati, la casa, la benzina, i consumi, ma i partiti no! Eppure ci sarebbero stati tutti i presupposti per fare un bel risparmio anche da lì, visto che incassano svariati milioni di euro: dal 1993 ad oggi ne hanno intascati ben 2.254 milioni. E devono ancora arrivare i "rimborsi" per le europee del 2009 e le regionali del 2010.

E pensare che nel '93 c'era stato un referendum, promosso dai radicali, che aveva abrogato il finanziamento pubblico dei partiti con una massiccia partecipazione (il 77%) e una maggioranza enorme: il 90,3%, pari a 31,2 milioni di italiani, che avevano espresso senza equivoci la loro volontà: basta soldi ai partiti!

Il finanziamento pubblico era stato adottato per moralizzare la politica. Così, dicevano, non ci sarebbero più state le tangenti, che erano uno strumento di finanziamento finalizzato al sostentamento dei partiti. La storia invece dimostrò il contrario. Tangentopoli fiorì in pieno regime di finanziamento pubblico perché, se un politico è ladro, lo è a prescindere dal fatto che il suo partito sia foraggiato o meno dallo stato.

Gli italiani, ammaestrati da tangentopoli, abolirono il finanziamento pubblico nel '93. Ma, abrogata la legge, trovato l'inganno, esso venne reintrodotto subito sottoforma di "rimborso" per le spese elettorali. Rimborsare vuol dire ripianare le spese. Ma se i partiti hanno speso 559 milioni, di cui il 30% non da documentare, e hanno ricevuto più del quadruplo, è lecito parlare di rimborso?

Non secondo la Corte dei Conti che a pag.179 del referto sui finanziamenti alle formazioni politiche afferma che "quello che viene nominativamente definito contributo delle spese elettorali è in realtà un vero e proprio finanziamento". Alla faccia della volontà popolare! E anche questo va messo nel conto della diminuzione dei margini di democrazia in Italia.

Ma se in tempi di vacche grasse tutto questo potrebbe anche passare, una tale situazione di patente illegalità e di distrazione di risorse dalle necessità del popolo diventa intollerabile. Come si possono chiedere sacrifici agli italiani che hanno già dovuto ridurre di non poco il loro tenore di vita e continuare a finanziare i partiti! Ci vuole un po' di rispetto, non solo per la volontà popolare, formalmente ancora sovrana, ma anche per tutti quelli che oggi versano in gravi difficoltà economiche per responsabilità di altri.

Paolo Danieli

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