venerdì 4 marzo 2016

Tutti a braccetto per la pace. La sfilata dell'ipocrisia

Chi semina vento raccoglie tempesta Abbiamo assistito ad una deplorevole processione di politici a livello europeo, tutti abbracciati e uniti per una marcia della pace contro l'Islam, dopo aver caparbiamente rinnegato le radici cristiane del vecchio continente. Lasciamo stare i rappresentanti di altre Nazioni del mondo, ma voi, cari politici dell'Unione Europea cosa credete di ottenere? Di poter fermare l'avanzata dell'Islam dopo che avete caparbiamente rinnegato le radici cristiane dell'Europa? Credevate di poter sostituire la civiltà cristiana che in duemila anni ha reso ricca, bella e libera la nostra Europa nella multiforme peculiarità e diversità di ogni Nazione, con una orte di “fede laica nella dea ragione” che ha spalancato le porte all'Islam? Cioè al potere di uno stato teocratico peggiore di tutti i regimi totalitari che hanno sconquassato l'Europa nel secolo scorso! E cosa intende dire Renzi quando afferma che noi siamo più forti dell'Islam in virtù dei nostri valori? Ma in nome di quali valori e ideali marciate se li avete sepolti tutti con le vostre inique leggi soprattutto contro l'uomo e contro la libertà di coscienza distruggendo inesorabilmente la vera famiglia, unico baluardo contro l'avanzata del male per insegnare ai bambini innocenti, come obbligo scolastico, la perversione dei costumi con le inique leggi sul gender? Gesù Cristo direbbe che vi conviene mettervi una pietra al collo e buttarvi in fondo al mare per aver scandalizzato e pervertito i piccoli. Siete dei miserabili topolini che il gatto divorerà, per aver voi stessi per primi calpestato la giustizia, l'educazione, la fede cristiana, la democrazia, la libertà di coscienza e il diritto, in una sorta di nuovo fondamentalismo senz'anima e senza identità, solo all'insegna del “dio euro!”. L'Islam alla fine non è che una vostra “creatura” che voi state ben pilotando, ma che vi sta sfuggendo dalle mani a tal punto che alla fine vi schiaccerà a tappe partendo da Roma e dall'Italia, sede della cattolicità da voi tanto odiata, per passare al setaccio tutta l'Europa, nessuno escluso. E voi, cari politici italiani, al soldo miserabile dei poteri occulti europei, cosa credete di ottenere dopo che avete affondato l'Italia a forza di tasse inique, di imbrogli, di leggi contro l'uomo e la famiglia, di trame losche studiate a tavolino per annientare i piccoli imprenditori, i risparmiatori, le piccole e medie aziende, la nostra migliore industria, arte e agricoltura per far vedere al mondo con orgoglio luciferino che ormai l'Italia è un luogo malsano, corrotto, insalubre e inaffidabile? Dalla mozzarella alla terra del fuoco, dalle acciaierie ai rifiuti, dagli ospedali alle scuole, dagli uffici pubblici agli Enti benefici..... tutto secondo voi è marcio e corrotto, perché siete voi che l'avete avvelenata e diffamata questa nostra bella e gloriosa Italia, impedendole di decollare perché le avete tarpato le ali dopo averla obbligata a passare sotto le “forche caudine” dell'infausta Unione Europea ideata solo per mettere un “cappio al collo” alle singole Nazioni derubandole della loro identità e sovranità! E chi verrà più ad investire qui da noi, terra di corrotti e si super tasse dicono, mentre noi italiani, gente onesta, letterati, artisti, artigiani.... gente che lavora e che produce in silenzio siamo costretti ad emigrare per sopravvivere lasciando la nostra bella e amata terra agli immigrati per lo più islamici che sono dentro casa nostra da decenni e che la fanno ormai da padroni col vostro tacito e ipocrita consenso! Chi semina vento, raccoglie tempesta! Patrizia Stella
Mi rendo conto che il 25 Aprile non è proprio vicino, ma ho deciso di ripetere l’invito fatto lo scorso anno per dare la possibilità a chiunque la legga di avere le motivazioni e le conoscenze per rifletterci su-. Lino Adamo 25 aprile una data che divide un paese già diviso Ho cercato di informarmi con tutti i mezzi a mia disposizione di Destra, di Sinistra o di Centro non importa, per comprendere perché il 25 aprile è una data che fraziona un paese già diviso. La Resistenza italiana (ma detta anche Resistenza Partigiana), fu l’insieme dei movimenti politici e militari che in Italia dopo l’8 settembre 1943 si opposero al nazifascismo. Il periodo documentato in cui il movimento fu attivo, comunemente indicato come “Resistenza”, termina nei primi giorni del maggio 1945, durarono quindi 20 mesi circa. La scelta di ricordare il 25 aprile 1945 fa riferimento alla data dell’appello diramato dal CLNAI per l’insurrezione armata sella città di Milano, sede del Comando Partigiano dell’Alta Italia. Invece di unire tutti gli italiani il 25 aprile inteso come festa della liberazione dal nazifascismo, continua a frazionare. Bisogna prenderne atto, non è diventato solida memoria collettiva dei suoi cittadini, perché? La festa del 25 aprile fu decisa nel 1946 dal premier democristiano Alcide De Gasperi, dietro la spinta poderosa del comunista Giorgio Amendola, dirigente pci e allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sono anni che questa data viene brandito come una clava contro “qualcuno” ovvero contro il nemico di turno, che fino a ieri era Berlusconi. La data del 25 aprile, che avrebbe dovuto simboleggiare la festa della libertà, è diventata sempre di più una festa di parte e un ulteriore motivo di scontro tra fascisti e antifascisti, comunisti e democristiani: è lo spirito di divisione che ci portiamo dietro da secoli. Le grandi date, quelle che diventano sangue e carne di una nazione, non si possono imporre per decreto, ma si riconoscono dall’emozione e dal tormento che evocano. La Francia ha il 14 luglio, l’America il 4 luglio, il 12 ottobre la Spagna, sono tutte feste nazionali dove tutti si fermano e le festeggiano uniti sotto le proprie istituzioni, nessuno pensa che siano feste di parte o di divisione e nessuno le rivendica, ma tutti si sentono orgogliosi di far parte delle proprie nazioni in questi giorni di festa. In Italia invece da 67 anni il 25 aprile divide le persone, non le unisce perché? Il fascismo volendo rafforzare l’identità nazionale inventò la storia della “gloria militare perduta” e riempì il calendario di feste nazionali che, però erano tutte feste di regime. Feste che la Repubblica ha abolito senza trovarne una valida per tutti. Nel 25 aprile c’è ancora un sedimento di ideologia e retorica. E’ giusto riconoscere alla Resistenza i meriti che ha; ma senza attribuirne quelle che non ha. Il 25 aprile sa ancora di cellula di partito: risente dell’egemonia comunista che servì al pci per prendere parte alla spartizione del potere finita la guerra. Vorrei ragionare con voi sui tanti perché questo 25 aprile divide e non unisce, senza parlare di partigiani o di fascisti durante la guerra. Non mi interessa quello che hanno fatto i fascisti o i partigiani, non mi interessa perché chi pensa che i fascisti siano tutti bravi continuerà a pensarlo, chi pensa che siano tutti cattivi continuerà a pensarlo, chi pensa che erano sia buoni che cattivi idem, stessa cosa per i partigiani, quindi perché il 25 aprile divide e non unisce? A mio avviso è ancora una volta colpa della politica italiana che dal 46 ad oggi, con motivazioni diverse, ha voluto questo fino a tangentopoli, correggetemi se sbaglio, il 25 aprile era una festa nazionale che però era snobbata da molti partiti politici (DC PRI PLI PSI) ricordo che da bambino nei cortei del 25 aprile vedevo solo bandiere del pci, bandiere tricolore o bandiere di altri partiti politici. Questo ha fatto sì che detta festa si alterasse in una festa privata e non più nazionale. Prima di tangentopoli una grossa parte politica italiana non aveva interesse a prendere parte alle celebrazioni del 25 aprile per motivi loro (giusti o sbagliati non lo so) con tangentopoli cambia completamente lo scenario politico italiano. La destra e la Lega con Berlusconi vanno al governo e da quel momento, sempre per interesse politici si sono accese le polemiche sul 25 aprile. Chi dal 1946 ha sempre festeggiato detta festa (pci) non voleva che alla suddetta festa potessero parteciparvi altri che non fossero loro specie se facenti parte della Lega, AN o FI. Da tangentopoli ad oggi questo accade ogni anno, con una parte politica che rivendica a se detta festa, ed un’altra che a seconda della polemica locale o nazionale che si va ad innescare, non la riconosce o si dice vittima di non vuole che presenzi a detta festa. Tutto questo ha portato ad avere gli italiani divisi in 3 gruppi. Ecco la differenza tra il nostro 25 aprile e le feste sopra citate. Le ricorrenze sono un ponte, fra noi, il nostro passato e la nostra storia. Chi dimentica la propria storia rischia di ripeterne gli errori. Lino ADAMO

DESTRA IN MOVIMENTO……….VALORE SOCIALE IN MOVIMENTO!!!!

A Villafranca di Verona l’ Associazione Destra In Movimento è una realtà attiva con valori come la famiglia, il lavoro, i valori cristiani, la patria, e il sociale. Questa associazione in un momento socio economico disastroso per la nostra collettività è attiva sia sul piano politico, sia nel sociale, infatti sostiene l’iniziativa di Pasquale Di Maio dell’ Ufficio Politiche sulla Disabilita dell’ UGL di Verona. L’iniziativa si intitola “UN MANIFESTO IN MENO PER UN SERVIZIO IN PIU’”, dove è iniziata una raccolta firme per chiedere ai partiti politici di rinunciare al 30% dei loro rispettivi compensi elettorali, per destinarlo a tutti i compartimenti del sociale. Le iniziative che si condivideranno con l’organizzazione sindacale sono di effettuare una partecipazione presso le piazze del nostro comune con un gazebo per la raccolta firme e di creare l’occasione per illustrare come questa iniziativa sia di importanza vitale per riportare i cittadini ad essere personaggi principali in questa società. Inoltre la nostra associata e fondatrice dell’Ass/ne Destra in Movimento Rita Fiore insieme a simpatizzanti ed associati sta realizzando a Verona un nuovo circolo di questa associazione, che seguirà i principi ispiratori dello statuto e dei suoi associati. Infatti Destra in Movimento è in collegamento con altre associazioni come l’Officina Paolo Danieli e Michele Croce che insieme abbiamo sostenuto Rita Fiore candidata nella 6 circoscrizione e Michele Croce candidato eletto consigliere per il comune di Verona nella lista Tosi. Altre iniziative sono in progetto, particolarmente per quanto riguarda il comune di Villafranca, dove l’ associazione è attiva in prima persona sul piano politico attraverso incontri con altre associazioni e personalità per un progetto politico oltre i partiti. L’associazione è in continua evoluzione, infatti attraverso il proprio blog e facebook alimenta discussioni e confronti a 360° su molti argomenti di natura politica, sociale ed economica. Oggi l'associazione conta parecchi tesserati in vari comuni, e il filo conduttore di tale aggregazione sono le idee che hanno come denominatore comune la famiglia tradizionale come unico valore aggiunto per una società cristiana e con valori solidi. Ora il nostro compito è quello di apportare alla politica idee nuove e che abbiano nei giovani una forza trainante per uscire da questo quadro socio economico, ma soprattutto, siano il collante per una società moderna, democratica e in grado di elevarsi per il bene di tutti. LINO ADAMO DESTRA IN MOVIMENTO CULTURA E POLITICA

giovedì 3 marzo 2016

Omicidio stradale è legge, pene fino a 18 anni

 Ezia Ferrucci Approvato in via definitiva il disegno di legge che introduce il reato di omicidio stradale. Il provvedimento prevede particolari aggravanti per chi si dà alla fuga, guida senza patente o è privo di assicurazione. L’omicidio stradale è diventato un reato a sé. Finalmente. L’ultimo atto di un percorso ad ostacoli. Percorso iniziato quattro anni fa. E nel frattempo sono cambiati ministri che si sono succeduti negli ultimi quattro governi e commissioni parlamentari. Nell’ipotesi di base, quando la morte viene causata a seguito della violazione del codice della strada, la pena prevista resta quella attuale: da 2 a 7 anni. Ma, qualora si verificassero una o più aggravanti la pena salirebbe sensibilmente: chi uccide una persona in stato di ebbrezza grave (con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro) o sotto effetto di droghe, rischierà da 8 a 12 anni di carcere. Qualora l’automobilista fosse trovato con un tasso alcolemico superiore a 0,8 g/l oppure avesse causato l’incidente mortale a seguito di una condotta sconsideratamente pericolosa (eccesso di velocità, guida contromano, infrazioni ai semafori, sorpassi e inversioni a rischio) sarà punito con la reclusione da 5 a 10 anni. Se a morire è più di una persona, il colpevole rischia fino a 18 anni di carcere. Commentano in una nota congiunta Associazioni “Lorenzo Guarnieri”, “ASAPS” e “Gabriele Borgogni”: “Mettiamo al bando i trionfi e ci limitiamo ad esprimere un più sobrio sentimento di viva soddisfazione per questa legge che rivoluziona totalmente il peso delle responsabilità a carico di quanti uccidono sulla strada dopo aver commesso alcune violazioni gravi, prime fra tutte gli abusi di alcol e droga. Finalmente si passa dalla certezza dell’impunità alla quasi certezza della sanzione penale, accompagnata da una revoca della patente che se non sarà ergastolo, sarà costituita comunque da un numero di anni (da 10 a 30) assolutamente dissuasivo“. Ora vedremo se l’inasprimento delle pene eviterà quantomeno i i casi di recidiva della pirateria stradale. Quel che è sicuro, come confermano le tre associazioni, è che ” l’omicidio stradale farà capire anche ai più distratti e distanti che chi causa incidenti in situazioni con elevato profilo di rischio pagherà il conto dovuto alla giustizia e che il reato di omicidio o lesioni da incidente stradale ha assunto una nuova dignità nel panorama della giustizia“.

Sentenza storica: in onore dei Caduti il saluto romano non è reato

di ANTONIO PANNULLO La Cassazione ha dichiarato la “inammissibilità totale” del ricorso della Procura di Milano contro il proscioglimento, deciso lo scorso giugno dal gup, di sette militanti di estrema destra accusati di apologia del fascismo per aver fatto il saluto romano durante una commemorazione dello studente Sergio Ramelli, diEnrico Pedenovi e Carlo Borsani, tutti e tre assassinati in tempi diversi da terroristi comunisti, nell’aprile 2014. Diventa, dunque, definitivo il proscioglimento per le sette persone, tra cui l’ex consigliere provinciale milanese di Fratelli d’Italia Roberta Capotosti. Per l’avvocato Gabriele Leccisi, che ha difeso gli imputati assieme al collega e parlamentare Ignazio La Russa, è una vittoria del gup di Milano Donatella Banci Buonamici «perché ha affrontato la tematica in modo molto approfondito». Per la difesa, infatti, «il rito del “presente” di origine militare era un omaggio a tre persone assassinate e accomunate dalla fede fascista e non una manifestazione propagandistica». Lo scorso 10 giugno, altri tre imputati erano stati assolti con rito abbreviato dal gup. La decisione del gup milanese, confermata dalla prima sezione penale della Cassazione, tra l’altro, era andata in senso opposto rispetto ad un altro verdetto del Tribunale milanese che, lo scorso 19 novembre, ha condannato a un mese di reclusione e a una multa di 250 euro 16 militanti di estrema destra accusati di episodi analoghi. Anche loro, infatti, erano imputati per aver violato la legge Scelba del 1952 perché avrebbero compiuto «manifestazioni usuali del disciolto partito fascista» come il saluto romano, durante la commemorazione a Milano, stavolta nell’aprile 2013, di Ramelli e Pedenovi, assassinati negli anni ’70, e di Borsani, ucciso il 29 aprile 1945. La sentenza mette la parola fine a una vicenda che si trascinava da anni Come ha chiarito l’avvocato Leccisi, nell’udienza di mercoledì la difesa, per chiedere il rigetto del ricorso del pm Piero Basilone contro i proscioglimenti, ha fatto presente che si è trattato di «un omaggio a tre vittime accomunate dalla fede fascista e non c’è stata alcuna manifestazione propagandista con il rischio della ricostituzione del partito fascista, come prevede la legge Scelba». Il pm contro le tre assoluzioni nel rito abbreviato potrebbe, invece, fare ricorso in Corte d’Appello. Subito dopo la storica sentenza, Roberta Capotosti ha dichiarato: «Oggi giornata storica. Si scrive una pagina eccezionale per tutte le generazioni di camerati e si riconosce, finalmente, la sacralità e la non punibilità del giusto tributo per i nostri Martiri, vittime incolpevoli dell’odio cieco comunista degli anni bui di questo Paese, in cui uccidere un fascista non era reato! Ebbene con oggi si sancisce che è “il Presente” a non essere reato. Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione, dichiarando inammissibile totalmente il ricorso del Pm di Milano, Piero Basilone, che si era opposto al non luogo a procedere nei miei, come di altri, confronti dichiarato dal Gip Banci Buonamici nel processo di primo grado. Il mio ringraziamento va al mio avvocato, Ignazio La Russa, senza la cui professionalità, tenacia, passione e dedizione, non avrei/avremmo ottenuto questa sentenza storica, la prima nel suo genere, che ci auguriamo possa fare giurisprudenza per tutti quei processi ancora aperti e per tutte quelle ragazze e quei ragazzi ancora impegnati a difendere le nostre Idee nei Tribunali di tutta Italia».