domenica 30 novembre 2014

Egitto: Sono 878 le imprese italiane, danno lavoro a 30mila persone

Sono 878 le imprese a capitale italiano che operano in Egitto, generando complessivamente, un fatturato di 3,5 miliardi di euro ed occupando quasi 30.000 persone. Questo il quadro dell’attività imprenditoriale che emerge dal rapporto sulle Imprese italiane in Egitto che Srm (Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) ha realizzato in collaborazione con Alexbank, la controllata egiziana del gruppo. “L’Egitto – spiega Massimo Deandreis, direttore generale di Srm – è un Paese che ha un forte legame economico con l’Italia. Dopo la Germania siamo il secondo Paese dell’area euro per numero di imprese – prevalentemente concentrate nei servizi e nella manifattura, a cui seguono turismo ed edilizia – con buone performance economiche e finanziarie. Il lancio di grandi progetti infrastrutturali, come il raddoppio del Canale di Suez, e l’attiva presenza bancaria italiana sono i presupposti migliori per consentire alle imprese italiane di accrescere ulteriormente la loro presenza beneficiando delle molte opportunità che si stanno aprendo”. Rilevante il flusso di investimenti diretti esteri proveniente dall’Italia che nel periodo 2006-2012, è stato di 1,8 miliardi di euro, una tendenza destinata a confermarsi visto che nel 2013 l’Egitto ha continuato ad attirare investitori esteri: in totale lo stock di investimenti diretti esteri è stato pari a 64 miliardi di euro, con un valore pro-capite di 780 euro e un’incidenza sul Pil del 34,3%. Il Report di Srm prende in esame anche il sistema finanziario e bancario egiziano, sottolineando che l’efficienza delle banche egiziane (cost income ratio pari al 49,1%) è maggiore di quella delle banche di altri Paesi dell’area (es. delle banche tunisine, 58,7%, e turche, 57,2%). “Lo Studio – conclude Maurizio Barracco, vice presidente di AlexBank – offre una visione completa della presenza imprenditoriale italiana in Egitto e vuole essere uno strumento utile per le aziende che intendono esplorare le nuove opportunità che si stanno aprendo. In questo spirito rientra anche la firma odierna dell’accordo di collaborazione tra Alexbank, l’Università di Napoli “Federico II” d il Governo egiziano per attività di formazione finanziaria e manageriale a sostegno della cooperazione tra Piccole e Medie Imprese”.

mercoledì 19 novembre 2014

L’Italia sta acquistando 90 caccia F-35, li ha ordinati direttamente il Pentagono

  18 nov – I caccia F-35 non sono gli unici ad essere stealth (furtivi), ossia capaci di sfuggire all’avvistamento. Tale capacità l’ha acquisita anche il governo Renzi. Si è impegnato lo scorso settembre, in base a una mozione Pd, a «riesaminare l’intero programma F-35 per chiarirne criticità e costi con l’obiettivo finale di dimezzare il budget» da 13 a 6,5 miliardi di euro, cifra con cui – si stima –si potrebbe acquistare, oltre ai 6 già comprati, una ventina di F-35. Contemporaneamente la ministra della difesa Pinotti si è esibita in una serie di manovre diversive: in marzo ha dichiarato che sugli F-35 «si può ridurre, si può rivedere», in luglio ha giurato che di fronte alle disfunzioni tecniche degli F-35 «l’Italia non acquisterà niente che non sia più che sicuro per i piloti», in ottobre ha annunciato «l’impegno per l’acquisto di altri due F-35». A prenotarli per conto dell’Italia è stato il Pentagono che, il 27 ottobre, ha concluso un accordo con la Lockheed Martin (principale contractor) per l’acquisto di altri 43 F-35, di cui 29 per gli Usa, 4 rispettivamente per Gran Bretagna e Giappone, e 2 rispettivamente per Norvegia, Israele e Italia. Non si sa quanto verrà a costare ogni caccia: l’accordo stabilisce che «i dettagli sul costo saranno comunicati una volta stipulato il contratto». L’Italia si impegna quindi ad acquistare altri F-35 senza conoscerne il prezzo. Una stima di massima si può ricavare dal bilancio del Pentagono, che prevede per l’anno fiscale 2015 (iniziato il 1° ottobre 2014) uno stanziamento di 4,6 miliardi di dollari per l’acquisto di 26 F-35, ossia 177 milioni di dollari – equivalenti a circa 140 milioni di euro – per ogni caccia. La Lockheed assicura che, grazie all’economia di scala, il costo unitario diminuirà. Tace però sul fatto che, come avviene per ogni sistema d’arma, l’F-35 subirà continui ammodernamenti che faranno lievitare la spesa. La stessa Lockheed conferma ufficialmente, mentre scriviamo, che «l’Italia riceverà 90 F-35, una combinazione di F-35A a decollo e atterraggio convenzionale e di F-35B a decollo corto e atterraggio verticale». Questi ultimi, adatti alla portaerei Cavour e alle operazioni di assalto anfibio, sono notevolmente più costosi. Dato che il comunicato della Lockheed non viene smentito da Roma, è evidente che il governo italiano si muove su due piani: da un lato mantiene sottobanco l’impegno con Washington ad acquistare 90 F-35 a un costo ancora da quantificare, dall’altro si impegna in parlamento a dimezzare il budget finale per gli F-35, fidando sul fatto che l’acquisto avviene a lotti nell’arco degli anni e che le promesse di oggi possono essere facilmente cancellate domani, invocando la necessità di garantire la «sicurezza» del paese. Sempre la Lockheed Martin sottolinea il fatto (largamente ignorato nel dibattito nostrano sugli F-35) che l’Italia è non solo acquirente ma, con oltre venti aziende, produttrice dei caccia tanto che «in ogni F-35 prodotto ci sono parti e componenti made in Italy». La partecipazione dell’Italia al programma F-35 viene presentata come un grande affare, ma non si dice che, mentre i miliardi dei contratti per l’F-35 entrano nelle casse di aziende private, quelli per l’acquisto dei caccia escono dalle casse pubbliche. Né si dice quanto vengono a costare i pochi posti di lavoro creati in questa industria bellica. L’impianto Faco di Cameri, con 20 fabbricati e una superficie di mezzo milione di metri quadri, costato all’Italia quasi un miliardo di euro, dà lavoro a meno di mille addetti che, secondo Finmeccanica, potrebbero arrivare a 2500 a pieno regime. La Lockheed è però ottimista: «L’impianto di Cameri può fornire un significativo appoggio operativo alla flotta F-35 nell’area europea, mediterranea e mediorientale». In altre parole, lo sviluppo di Cameri è legato allo sviluppo delle guerre Usa/Nato in quest’area. Manlio Dinucci globalresearch.ca

mercoledì 12 novembre 2014

Uccise il ladro che stava entrando nella camera delle figlie: condannato a 10 anni

di Marilù Musto GIOIA SANNITICA (CASERTA) - Dieci anni di reclusione. Questa la condanna emessa dal giudice nei confronti di Giovanni Capuozzo, carpentiere di professione, che il sei luglio del 2012 uccise con un colpo di fucile il ladro albanese che stava per introdursi nella camera da letto delle sue due figlie, nella sua casa in località Fossalagno, a Gioia Sannitica, nel pieno della notte. La sentenza è stata letta ieri dal giudice Nicoletta Campanaro al termine di un processo con rito abbreviato nel tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Omicidio volontario è la contestazione mossa all’uomo al quale sono state concesse le generiche prevalenti. Il pm della procura che ha svolto le indagini, Silvio Marco Guarriello, aveva chiesto esattamente la pena di 10 anni di carcere. Capuozzo, difeso dai legali Luigi Iannettone ed Ercole Di Baia, dovrà anche pagare ai familiari della vittima 50 mila euro di danni, ma si tratta di una cifra che potrebbe essere poi quantificata con esattezza in sede civile. La moglie dell’albanese si era, infatti, costituita parte civile nel procedimento. La vicenda del carpentiere sconvolse la serenità del paesino del Matese anche perché in quel periodo di furti in appartamento se ne registravano davvero tanti, forse troppi. La comunità era espasperata e quando l’operaio venne arrestato con l’accusa grave di omicidio in molti protestarono. In realtà, dopo aver ucciso l’albanese, Capuozzo avrebbe caricato il cadavere di Dasmir Xhelpa su un furgone e lo avrebbe gettato nel fiume Volturno. La consorte del ladro non vedendo rincasare il marito sporse denuncia indicando ai carabinieri il luogo esatto dove era andati a rubare con dei complici. Dopo poco l’operaio, messo alle strette, confessò tutto e condusse gli inquirenti nel posto lungo il Volturno dove aveva lasciato il cadavere. Le due consulenze balistiche redatte dagli esperti Giaquinta e Affinita, hanno dimostrato che il colpo che ha trapassato il corpo di Dasmir Xhelpa era entrato mentre quest’ultimo cercava di dirigersi in direzione di Capuozzo e quindi il carpentiere, sparando con il suo fucile da caccia, non avrebbe fatto altro che difendersi dall’albanese. Insomma, la difesa punta a far riconoscere la legittima difesa per l’imputato, ora libero dopo la scadenza dei termini di custodia cautelare. Si pensa già al ricorso in Appello, subito dopo il deposito della motivazione della sentenza.

martedì 11 novembre 2014

Stronzi! La colpa è vostra. VIGLIACCHI!

  10 novembre -  Siamo stufi. Ora siamo stufi davvero. La neolingua e il pensiero unico imposti dall’alto sono un insulto all’intelligenza, alla libertà, al nostro essere nati uomini. E ci scusassero le femministe isteriche se usiamo la parola “uomini” per comprendere tutto il genere umano, uomini, donne, giovani, vecchi bambini, TUTTI. Con i loro complessi sessiti ci hanno rotto. Siamo in guerra. E in guerra non si bada alle parole, si pensa a combattere. Cosa che puntualmente faremo. Statene certi. I nostri padri e nonni rovistano nella spazzatura in cerca di cibo e voi, pecore!, pagate le bollette ai nomadi e avete paura di chiamare zingari gli zingari? Stanno  calpestando la dignità nostra e di chi ci ha messo al mondo e voi zitti. Che diavolo è questo rispetto per gli altri che toglie rispetto a noi stessi? La colpa è vostra. VIGLIACCHI! I nostri anziani vengono massacrati per strada o in casa da gente che non ha rispetto né della fragilità dell’età, né dei capelli bianchi e voi avete paura di dire che siete stufi di mantenere migliaia di parassiti in hotel? La colpa è vostra. VIGLIACCHI! Le vostre figlie non conoscono piu’ la tranquillità di una passeggiata serale e voi non avete il fegato di urlare che non tutti gli immigrati sono portatori di cultura? Che ci bastano i nostri delinquenti e non siamo in grado di tollerare e mantenerne altri, fuori o dentro le patrie galere? Con che coraggio tornate a casa e guardate negli occhi le vostre figlie? La colpa è vostra. VIGLIACCHI! Vivete attaccati alle vostre miserie come fossero ricchezze, alle vostre posizioni sociali come fossero baluardi da difendere e non avete ancora capito che le vostre case non sono piu’ vostre, che le vostre posizioni sociali valgono meno della carta igienica usata e che neanche i vostri figli vi appartengono piu’. Siete dei falsi perbenisti, dei codardi che si nascondono dietro la “sciccheria” per coprire la viltà. Non avete neanche il coraggio di chiamare le cose e le persone con il loro nome. Ma non provate schifo per voi stessi quando vi negate il diritto di chiamare clandestini i clandestini solo perchè ve lo ha ordinato la Boldrini? Vi siete piegati alla dittatura del pensiero unico senza neanche capire che chi vi impone una sola idea, in realtà vi ha impedito perfino di ragionare. E voi, poveri idioti, vi siete negati la libertà di poter dire pane al pane, vino al vino e stronzo allo stronzo. I pavidi, i tiepidi e gli imparziali sono la rovina del mondo. Vergognatevi! La colpa è vostra. VIGLIACCHI! I cristiani vengono maltrattati e massacrati in ogni parte del mondo (e il fenomeno è in preoccupante aumento) mentre voi lasciate costruire moschee e avete difficoltà ad ammettere che l’islam non è una religione di pace amore e tolleranza perchè avete PAURA di essere accusati di islamofobia e perchè così vi ha ordinato Bergoglio, ultimo calcio al pilastro ormai malconcio di una cristianità morente. (Che Bergoglio si occupi delle chiese vuote invece che dei pettegolezzi di quelle poche donne che in chiesa ci vanno ancora, malgrado lui!!) La colpa è vostra. VIGLIACCHI! Le nostre città sono fetide latrine dove chiunque puo’ bivaccare, orinare, defecare, di giorno e di notte, dove gli pare. Sono dei suk puzzolenti dove i monumenti vengono usati come bidet per il pediluvio o come lavatoi per i panni mentre i politici spendono il nostro sangue,  le nostre tasse, per fare elargizioni miliardarie a cooperative, caritas, migrantes e tutti i carrozzoni mondialisti (ci scusassero quelli che non abbiamo nominato, ma loro sanno chi sono). E voi zitti! vergognatevi! La colpa è vostra. VIGLIACCHI! Rom lavano i panni nella vasca con fontana del Tabernacolo delle Fonticine Ci viene impedito di criticare una ministra della repubblica italiana che non ha mai speso una sola parola per gli italiani e che si rifugia dietro il colore della sua pelle (è questo il vero razzismo) quando le vengono mosse critiche che riguardano le sue idee balorde, non certo il suo luogo di nascita. Possiamo finire sotto processo per vilipendio  se insultiamo la persona che è capo della banda criminale che ci ha venduti ai poteri sovranazionali. Ma quale vilipendio? I vilipesi siamo noi che non abbiamo piu’ certezze del futuro, né per noi, né per i nostri figli. I vilipesi sono gli italiani rimasti senza lavoro, senza casa e senza speranza. Vilipesi sono coloro che vivono in auto o per strada, che non si curano perchè non possono pagare il ticket, che non fanno un pasto completo da mesi, che fanno le file per il pane e pure per pagare le tasse! Stronzi! La colpa è vostra. VIGLIACCHI! Noi qui continueremo a chiamare le cose e le persone con il loro nome perchè siamo nati liberi e moriremo liberi. Gli schiavi siete voi. Siete schiavi perchè i vostri cervelli sono schiavi. Siete schiavi perchè non avete il coraggio delle vostre idee e delle vostre azioni. Siete schiavi perchè vi siete piegati ai tiranni senza neanche provare a combattere. E soprattutto siete vili, siete dei conigli in gabbia, fieri di rosicchiare la carotina elargita dal padrone che vi guarda con soddisfazione e vi chiama “graziosi e politicamente corretti”. Ma non vi vergognate? Che cosa è rimasto di fiero in voi? Dov’è la zampata del leone che reagisce all’insulto? Stronzi! Se siamo ridotti così, la colpa è vostra. VIGLIACCHI! @Armando Manocchia

domenica 9 novembre 2014

Nella rossa Bari l’inferno dei disabili bulgari: picchiati e tenuti nella stalla

9 nov – Erano tenuti in condizioni disumane, nelle stalle dei cavalli che erano del boss Savinuccio, a Bari, città a giunta PD, il  partito noto per la fratellanza e l’amore verso i diversi, gli immigrati e i rom. Cittadini bulgari, alcuni disabili, portati in Italia con la promessa di un lavoro e costretti a mendicare. La sera dovevano consegnare le elemosine ai loro aguzzini, almeno 30 euro per avere un po’ da mangiare. Venivano lasciati negli angoli della città su una vecchia e sporca vettura senza sedili e poi abbandonati nelle stalle la notte. “Neanche gli animali avrebbero potuto vivere così”, hanno detto i poliziotti che li hanno trovati e assisti.