venerdì 29 luglio 2011

QUANDO LA FALSITA' IMPERA, LA GALERA E' LA PATRIA DEGLI ONESTI


Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese.

Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.


STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE

STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese

PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)

RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese


INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00)
TUTTI ESENTASSE
+

TELEFONO CELLULARE gratis

TESSERA DEL CINEMA gratis

TESSERA TEATRO gratis

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis

FRANCOBOLLI gratis

VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis

PISCINE E PALESTRE gratis

FS gratis

AEREO DI STATO gratis

AMBASCIATE gratis

CLINICHE gratis

ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis

ASSICURAZIONE MORTE gratis

AUTO BLU CON AUTISTA gratis

RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubblico impiego !!!)

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)

La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.

La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

domenica 24 luglio 2011

La lettera di Clementina Forleo a De Magistris in cui parla dei "magistrati di sinistra".




Questo il testo della lettera aperta che Clementina Forleo, gip di Cremona, a novembre 2010 ha destinato all’ex pm di Catanzaro, all'epoca eurodeputato Idv rinviato a giudizio per omissione di atti d’ufficio (non aver indagato su altri magistrati di Lecce e di Potenza denunciati da una vittima dell’usura), Luigi De Magistris. Il quale nel frattempo è diventato sindaco di Napoli.

Interessante la parte in cui si sofferma sui "magistrati di sinistra", su magistratura democratica e su Bruti Liberati.

“Caro Luigi, non scendo nel merito della vicenda processuale che ti riguarda. Mi auguro che tu possa uscirne indenne e sono d’accordo con te – a prescindere da tale accadimento – nel concludere che quando si pestano, per amore del proprio dovere, troppi calli ci si espone a ritorsioni di ogni tipo.
Ti chiedo:
1) quanto vale per te, non credi debba valere per tutti? O la tesi, giusta o errata che sia, del complotto o della mera individuale ritorsione di qualche magistrato “poco serio” vale solo per alcuni?
2) sono solo i magistrati massoni o ufficialmente (ossia per la cronaca) “incriccati” ad essere i nemici delle persone perbene?
Come ben sai, dopo averti disinteressatamente difeso ad Annozero – ma in realtà dopo aver pestato i calli di signorotti che ben conosci – non solo sono stata esiliata in quel di Cremona (bella cittadina, per carità) e privata di ogni forma di protezione personale nonostante numerosissime minacce seguite puntualmente da episodi inquietanti, ma sono anch’io stata oggetto di procedimenti disciplinari e penali (che mai mi avevano sfiorato nella mia vita e nella mia carriera, sempre definita da “ottimo magistrato”), nei quali mi sono difesa e mi sto difendendo con non pochi disagi anche economici per me e per la mia famiglia. Nel mio caso la massoneria purtroppo, se c’entra, c’entra poco o quantomeno c’entra in parte (diciamo anche a metà).
A volere la mia morte civile e il mio isolamento – come del resto quello di Carlo Vulpio (che continuo a difendere disinteressatamente, sperando di non venire anche in tal caso delusa) – non sono state o non sono solo state – le cricche e cricchette cui ti riferisci. Sai bene chi mi ha voluto infliggere il colpo mortale: squallidi personaggi politici che si oppongono al Caimano solo per brama di potere, ma che per la loro ipocrisia mi fanno ancora più paura; insigni magistrati di correnti di “sinistra” che non sono diversi – lo sai bene – di quelli di “destra”, con la differenza che non si vergognano a sventolare la Costituzione che calpestano ogni giorno quando tocca inaugurare l’anno giudiziario, con farse che dovrebbero riguardare altre categorie.
Basti pensare al dottor Bruti Liberati, ad esempio, leader della corrente Magistratura Democratica (si chiama ancora così?). Quello stesso Bruti Liberati nominato Procuratore di Milano con voti bipartisan, come “profetizzato” dalla signora Tinelli (Pd) in una nota telefonata, che è sempre lo stesso Bruti Liberati per il quale giorni fa in Questura non è successo nulla, e che dovrà prima o poi anche spiegare ufficialmente, qualunque sia la mia sorte:
a) da chi ricevette nel marzo 2008 le carte che arrivarono dal Parlamento relative al senatore Latorre;
b) perchè non me le si trasmise nell’immediatezza;
c) perchè le rispolverò, unitamente agli altri membri del pool proprio il 29.7.2008, trasmettendole al mio ufficio per decidere “con urgenza” quando casualmente ero assente per pochi giorni e – guarda caso – il giorno prima che venisse depositato il parere sulla mia professionalità, in cui un altro magistrato della stessa corrente (dopo essere stato peraltro pescato con le mani nella marmellata nell’interferire con le mie funzioni) dava atto del mio “deficit di equilibrio”, venendo subito promosso a Presidente di Sezione.
Seguivano, inutile dirlo, promozioni di tutti i protagonisti della rocambolesca vicenda, con la quale, effettivamente, ero e sono – per la mia serietà e il mio rigore – “incompatibile”. Come vedi, dunque, non è solo un problema “tuo” quello di difendersi a vita per essere stati “scomodi”. Con l’amara differenza che nel mio caso, come nel caso di Carlo Vulpio, gli attacchi di cui parli – come i vergognosi e omertosi silenzi sugli stessi – vengono proprio da persone con cui hai preso ad accompagnarti e da ambienti che hai preso a reputare “amici”.

Clementina"

venerdì 22 luglio 2011


da "Il Giornale"

Milano - Per farla franca il vice presidente della Regione Lombardia Filippo Penati (Pd) coinvolto in un’indagine per mazzette, inventa «l’autosospensione». Una «cosa che nemmeno esiste», spiega un tecnico. «Sensibilità istituzionale», applaudono ovviamente quelli della sinistra. Ma sempre con molta attenzione al portafoglio. Questione di termini e di sostanza, perché c’è una bella differenza tra dimettersi e autosospendersi. Come sa bene Penati, l’illustre esponente lombardo del Pd, ormai sempre più chiaramente il partito della calce e martello. Pronto a fare un passo indietro, ma non certo a rinunciare a nemmeno un euro del suo pingue stipendio da 15.500 euro al mese (il 5 per cento in più di un parlamentare). Più benefit vari. Perché il beau geste di rinunciare alla funzione di vice presidente del consiglio regionale della Lombardia, non sfiorerà nemmeno il suo portafoglio. Con la beffa ulteriore che da ieri Penati non sarà nemmeno tenuto a partecipare alle riunioni dell’ufficio di presidenza. Limitandosi semplicemente a incassare stipendio e indennità di funzione per 11.500 euro. A cui ne vanno aggiunti 4.000 di diaria, più gettoni e rimborsi spese. Oltre allo staff personale (tra cui un dirigente da lui stesso scelto), segretaria, uffici e benefit. E i 51.600 euro all’anno che gli sono dovuti per aver rinunciato (bontà sua) all’auto blu. In quanto membro di un ufficio di presidenza di cui fa parte, ma a cui non partecipa più. In attesa di indennità di fine mandato e assegno vitalizio che spetta anche a chi partecipi a una sola legislatura. E che nel suo caso saranno maggiorati dai gradi di vice presidente. Ormai solo virtuali.

venerdì 15 luglio 2011

Pugliesi, ecco che vi rappresenta.




Da “Il Giornale”
Di fronte al momento diffi¬cile gli italiani si chiedo¬no: ce la faremo? E i consi¬glieri regionali aggiungono: (ce la faremo) ad avere un aumento? La differenza è tutta qui: da una parte si cercano di affrontare i sacrifici, dall'altra si cercano nuovi benefi¬ci. Se la casta della politica mettes¬se tanto impegno nell'ammini¬s¬trare quanto ne mette nel mante¬nere i privilegi, in effetti, sarem¬mo il Paese meglio governato del¬la Terra. Gli onorevolini della Pu¬glia, per dire, proprio in questi giorni in cui tutta l'Italia sta ballan¬do sul Titanic, per usare l'ultima metafora di Tremonti, hanno pre¬sentato, con encomiabile tenacia e sprezzo del ridicolo, una doman¬da per avere più soldi.
Sì, avete ca¬pito bene: vogliono più soldi. Ge¬niale, no? Del resto, si sa: nei mo¬menti difficili ognuno deve fare la propria parte. E loro ci tengono molto a far la parte di quelli che in¬cassano. È una rigorosa divisione dei compiti: loro incassano, gli italia¬ni s'incassano. Con la z, però. La manovra non cambia niente: ai contribuenti viene la faccia triste, alla casta la faccia di bronzo. Ci vuole un bel coraggio, in effetti, con l'iceberg che incombe a formulare ufficiale richiesta per aumentare i compensi dei consiglieri regionali. Eppure trenta deputatelli pugliesi l'hanno fatto: hanno preso carta e penna e hanno chiesto di riavere una parte della loro indennità (il 10 per cento) che era stata decurtata nel 2006. La notizia, come voi capirete, è duplice. Prima notizia: cinque anni fa qualcuno riuscì a decurtare l'indennità dei consiglieri regionali. Seconda notizia: loro la rivogliono indietro proprio adesso. Tempismo perfetto, no?
Come delicatezza, è come se uno arrivasse in pieno Sahara durante la siccità e pretendesse di usare le scorte d'acqua per lavare la Bmw. I bambini magari muoiono di sete, però vuoi mettere come brilla il blu di Prussia fumé? «Vanno a fondo anche quelli in prima classe», ha detto Tremonti. Ma loro sembrano non accorgersene. Destra? Sinistra? Centro? Macché: la difesa del privilegio, anche in Puglia come dappertutto, è perfettamente bipartisan. Magari litigano fino a un minuto prima, poi corrono a firmare insieme la richiesta di soldi. Vedeste come vanno d'amore e d'accordo, quando pensano al loro portafoglio... Tagli alle indennità? Tagli ai vitalizi? Costi della politica nel mirino? Perdete ogni speranza, o voi che votate. Nei prossimi mesi gli italiani dovranno tirare la cinghia. La casta, invece, ci tirerà il solito pacco. Quali sono le vostre aspettative per i prossimi mesi? Ticket, accise sulla benzina, superbolli sui depositi Bot. Ecco, appunto: se vi può consolare i consiglieri regionali della Puglia si aspettano, invece, un incremento dell'indennità. Ne hanno bisogno, in effetti: in media, poveretti, prendono appena 10.433 euro al mese. Praticamente uno stipendio da fame.
E poi dopo 5 anni di «lavoro» (si fa per dire) hanno diritto per il resto dei loro giorni a un vitalizio che va dai 2844 agli oltre 10mila euro. Per altro anche le pensioni dei consiglieri regionali sono state aumentate (1200 euro al mese, tre volte una minima) nel luglio dello scorso anno, proprio mentre si discuteva la passata manovra finanziaria del governo. Dev'essere una specie di reazione automatica pugliese, un riflesso incondizionato al sapor di orecchiette e rosso di Canosa: appena sentono parlare qualcuno di lacrime e sangue, loro pensano subito a come sostituire lacrime e sangue con latte e miele....
E un po' di monete. È più forte di loro. Gli italiani soffrono? E loro offrono. Un aumento. A loro stessi, però. Orecchiette, cime di rapa e teste di. Che ci volete fare? In questo Paese finisce sempre così: al massimo cascano le braccia, non certo i privilegi. Abbiamo parlato per settimane di tagli ai costi della politica, ma poi l'unica cosa certa sono i tagli alle agevolazioni fiscali per le famiglie. Abbiamo sperato di colpire i vitalizi dei parlamentari, e invece come al solito sono stati colpiti i vitalizi dei pensionati normali. Avanti di questo passo, tra un po' chiederanno un contributo extra agli invalidi civili pur di consentire al consigliere molisano di conservare il suo stipendio superiore a quello del governatore di New York. Vi pare? Sembra che le consorterie siano intoccabili: non si toccano i consiglieri regionali, non si toccano i parlamentari, non si toccano i giudici costituzionali, per l'amor del cielo, non si toccano nemmeno le province, né i grand commis né i commessi del Palazzo con la loro bella livrea che fa tanto istituzione.
E non si toccano nemmeno gli avvocati né i notai, guai a liberalizzare, non si toccano i privilegi degli ordini, né la casta del tesserino o i bramini professionali. Così la morale della favola, alla fine, è sempre la stessa, persino sul Titanic che vacilla: la nave si riempie d'acqua, la casta si riempie di soldi. L'unica speranza, a questo punto, è che quelli con il portafoglio pieno di privilegi, almeno, vadano a fondo prima.

sabato 9 luglio 2011

Il sindaco del Pd che si candida nonostante sia imputato e, dopo aver vinto le elezioni, rivela che la prescrizione tarderà




Succede in provincia di Bari, nella vendoliana Puglia.

Domenico Gatti, del Partito Democratico, è imputato in un processo per falsità ideologica in atti pubblici. A maggio, però, è riuscito a candidarsi alla carica di sindaco di Modugno, cittadina di 35.000 abitanti, garantendo ai dirigenti locali del partito che al momento della sua eventuale elezione il reato sarebbe stato prescritto. Ma i calcoli, in buona o cattiva fede, erano sbagliati: la prescrizione non arriverà prima del 2012. E intanto, l'imputato ha vinto le elezioni ed è diventato sindaco.

Il primo consiglio comunale a Modugno, dopo le elezioni di fine maggio che hanno sancito la vittoria di Domenico Gatti, si è tenuto ieri (4 luglio) in prima seduta. La seconda seduta sarà domani. Il nuovo sindaco si è dunque ormai messo all'opera, ma sulla sua testa pende la strana anomalia. Già prima delle elezioni, infatti, il caso di Gatti era balzato all'attenzione della cronaca poltica, anche nazionale, a causa della candidatura accettata nonostante fosse imputato in un processo per falsità ideologica in atti pubblici commessa in veste di pubblico ufficiale.

I fatti riguardano una questione relativa ad alcuni lavori edili. Tutto risale a quando il neo-sindaco lavorava per l'Istituto Case popolari di Bari: in veste di direttore dei lavori di alcuni cantieri di proprietà Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari), è accusato di aver falsificato un documento sullo stato di avanzamento di cantieri per la ristrutturazione di case popolari a Sannicandro (Bari), obbligatorio per le opere pubbliche, liquidando ad un'impresa edile denaro per lavori che invece non sono stati compiuti. L'inchiesta, del 2003, riguardava l'allora presidente dello Iacp, Gaetano Mossa, che poi è stato anche arrestato con altri sei dirigenti dell'istituto per presunte irregolarità compiute tra il 1999 e il 2004. Il 2 febbraio 2007 il gip Antonio Lovecchio ha rinviato a giudizio dodici persone tra cui Gatti, che è stato imputato "per i reati di cui agli articoli 81, 479 in relazione all'articolo 476 codice penale perché in esecuzione di un medesimo disegno criminoso nella sua qualità di pubblico ufficiale attestava falsamente gli stati di avanzamento lavori 1 e 2 dell'appalto affidato all'impresa Multimedia costruzioni".

In occasione delle elezioni amministrative dello scorso maggio, l'esponente del Pd è riuscito ugualmente a candidarsi a sindaco affermando che sarebbe riuscito ad ottenere la prescrizione prima del suo eventuale insediamento. Ma secondo quanto affermato, soltanto ieri, dallo stesso legale di Gatti, l'avvocato Tommaso Barile, la prescrizione non arriverà prima del prossimo anno: il 2012. Stranamente i conti erano sbagliati: la prescrizione che sarebbe dovuta arrivare da un'udienza processuale di un paio di settimane fa è ancora lungi da venire. Si dimetterà il sindaco Gatti, dopo aver "sbagliato i conti"?



Fonte: Ansa

giovedì 7 luglio 2011

Calano i rifiuti ma salgono i costi per le famiglie


Mentre Napoli ancora combatte con i suoi cumuli di immondizia che rappresentano ormai un serio rischio per la salute pubblica, l’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca ambientale pubblica il Rapporto rifiuti 2011, dal quale emerge per l’Italia un andamento positivo.

Nel 2009 rispetto all’anno precedente la produzione di rifiuti urbani è calata in tutta Italia: -1,6% al Centro, -1,4% al Nord e -0,4% al Sud. La riduzione è in realtà più contenuta rispetto a quella registrata nel passaggio dal 2007 al 2008, che era stata pari al 2,2%, ma il segnale è comunque da considerare incoraggiante. Nel rapporto si specifica che il calo è senz’altro almeno in parte dovuto al segno meno che ha accompagnato tra il 2008 e il 209 alcuni dei più importanti indicatori socio-economici come il Pil (-3%) e la spesa delle famiglie (-2%). Insomma la crisi ci ha spinto a consumare meno e la conseguenza è che abbiamo prodotto meno rifiuti.

Le regioni dove si producono più rifiuti sono Emilia Romagna (666 kg per abitante l’anno), Toscana (663 kg), Valle d d’Aosta (621) e Liguria (605). Ma anche in queste regioni si è registrata una flessione. La produzione pro-capite più bassa si registra in Basilicata (382 kg per abitante), seguita da Molise, Campania e Calabria.

Il trend da tenere sott’occhio, e che nulla ha a che fare con l’andamento dell’economia ma soltanto con l’adozione di pratiche responsabili da parte dei cittadini è quello della raccolta differenziata, che nel 2009 ha fatto un balzo in avanti raggiungendo il 33,6% di tutti i rifiuti urbani, contro il 30,6% dell’anno precedente. La performance migliore è quella delle regioni del Sud che hanno fatto registrare un incremento pari quasi al 30%. Le regioni più virtuose sono Trentino Alto Adige e Veneto dove la raccolta differenziata supera il 57% del totale dei rifiuti.

Tra le province con più di 150mila abitanti, la più virtuosa è Modena, dove la differenziata supera il 47%. Restano sotto la soglia del 10% quattro città del Sud: Palermo, Catania, Taranto e Messina. Cagliari è la città che ha fatto registrare l’aumento più significativo: in un anno la raccolta differenziata del capoluogo sardo è passata dal 17,8% al 30,5% del totale.

A salire sono però purtroppo anche i costi che le famiglie devono sostenere per lo smaltimento dei rifiuti: tra il 2007 e il 2008 la spesa è cresciuta in media del 5%. Il costo medio di 138 euro l’anno a persona (ma nei grandi centri si pagano quasi 160 euro) è attribuibile per il 44,3% alla gestione dei rifiuti indifferenziati, per il 20,2% alla raccolta

lunedì 4 luglio 2011

Ancora una volta……

Ancora una volta l’Italia si divide sulla questione di politica estera.
Alcuni considerano l’art. 11 della Costituzione, in base al quale l’Italia ripudia la guerra quale mezzo per la risoluzione delle controversie internazionali, un pretesto per dichiararsi contrari a qualsiasi intervento bellico a fianco degli U.S.A. contro quegli Stati che danno sostegno al terrorismo.
Altri invece, considerano l’art.5 del trattato istitutivo N.A.T.O. per sostenere che vi sia un obbligo dell’Italia a partecipare alle azioni che si richiedono necessarie contro chiunque abbia aggredito un Paese membro dell’Alleanza Atlantica.
Sarebbe comunque, semplicistico e riduttivo parlare di una Destra favorevole alla guerra e di una Sinistra contraria.
Credo che le nostre divisioni risiedano nel fatto che alcuni vorrebbero imprimere un mutamento alla politica nazionale mentre, altri, vorrebbero che l’Italia mantenesse la linea di condotta già usata in precedenza.
Un vecchio adagio recita che, chi dimentica gli errori del passato, rischia di commetterli nuovamente in futuro.
Nessuno, infatti dovrebbe dimenticare, i tanti morti avuti quando questo Paese entrò in guerra (in difesa dell’Europa e della democrazia) contro Hirohito, Mussolini e Hitler.
Nessuno dovrebbe dimenticare lo sbarco in Normandia e l’elevato costo, in termini di vite umane, che esso ha comportato.
Pensando a tutto ciò, possiamo noi dimenticare 11 settembre e le migliaia di morti innocenti? Possiamo dimenticare le immagini che ci giungevano dai c.d. Stati canaglia.
Dove nelle piazze si bruciavano le bandiere americane e si festeggiava la riuscita dell’attentato?.
Nessuno di noi, inoltre dovrebbe dimenticare la dichiarazione di Bin Laden:” combatterò affinché tutto il mondo diventi mussulmano con le buone o con le cattive”.
Tali dichiarazioni per noi occidentali sono incomprensibili, così come i testamenti dei capi kamikaze.
Alcuni di questi non vogliono la presenza di essere impuri al loro funerale (donne e animali), altri esigono che nemmeno intorno alla loro tomba ci siano essere impuri quali possono essere le donne incinte.
Si tratta di atteggiamenti che, nel mondo occidentale, sono incomprensibili e riportano il pensiero alle Torri gemelle in fiamme, anche se, poi, mi fermo a meditare su quel velivolo precipitato su un bosco della Pennsylvania, perché la gente a bordo, ribellatosi al destino che li voleva prossime vittime di uno schianto sui simboli degli U.S.A., hanno preferito un eroico suicidio.
Non so se a costoro siano stati attribuiti onori e meriti speciali ma, per me, fanno parte degli eroi silenziosi dei nostri giorni.
Dobbiamo renderci conto che la colonizzazione mussulmana in Occidente è già iniziata, e che permettendo a questi di costruire moschee sul nostro territorio e di pregare per la cancellazione della nostra civiltà, non facciamo altro che indebolirci giorno dopo giorno.
Temo che questa invasione mussulmana, nel giro di pochi anni, ci renderà una minoranza a casa nostra e, a causa della loro intolleranza, dovremo rassegnarci ad adottare il loro sistema di vita.
Mi chiedo ancora non è forse nostro dovere tutelare la nostra civiltà da chi vuole istituire la sua con la violenza?.