domenica 28 febbraio 2010

DESTRA IN MOVIMENTO CULTURA E POLITICA SOSTIENE IL CANDIDATO ALLE REGIONALI DAVIDE BENDINELLI


Regione, parte la corsa per il dopo Galan ELEZIONI. Il 28 e 29 marzo si vota per il rinnovo di Consiglio e Giunta del Veneto. Depositate le liste. Otto i candidati presidenti
Pdl e Lega con Zaia; Bortolussi (Pd); De Poli (Udc) e poi Panto, Polo, Caratossidis, Borrelli e Palmerini

A Il tavolo per la presentazione di liste e simboli in tribunale MARCHIORIMeno trenta giorni. Il 28 e 29 marzo si vota per decidere il governo della Regione dal 2010 al 2015, il dopo Giancarlo Galan, il forzitalista presidente per 15 anni che ora andrà a fare il ministro nel governo Berlusconi. Dal Monte Baldo alla Laguna di Venezia il passo non è breve. Verona alla periferia dell'impero veneto, si è sempre detto, alludendo alla storica distanza che Verona avrebbe dall'ente Regione. Ma i veronesi candidati al Consiglio regionale provano ancora una volta a smentire la storia, puntando a Venezia. Dove, peraltro, nel quinquennio che sta per chiudersi, hanno avuto quattro assessori e sei consiglieri.
In pista per il governo del Veneto ci sono otto candidati alla presidenza e, nella provincia di Verona, 16 liste per il Consiglio presentate in Tribunale (vedi le pagine successive). Oggi proseguono le verifiche della documentazione. Domani verranno proclamate quelle ammesse alle urne. Ci sarà tempo per eventuali ricorsi, poi ci sarà il sorteggio per l'ordine delle liste sulle schede. Gli otto candidati alla presidenza della Regione sono per il centrodestra Luca Zaia, sostenuto da Lega Nord, Popolo della Libertà e Alleanza di centro. Per il centrosinistra è in pista Giuseppe Bortolussi, in corsa per Partito democratico, Italia dei Valori, Federazione della sinistra, Sel-Psi, Idea e Radicali (quest'ultima lista è stata depositata pur non avendo raggiunto le firme necessarie, come quella della Liga Veneto Autonomo che però non è stata depositata).
Il candidato di centro è invece Antonio De Poli, in corsa per Udc e Unione Nord Est. Si presenta anche Forza Nuova, con candidato presidente Paolo Caratossidis; quindi Gianluca Panto per il Partito nasional Veneto, Silvano Polo per I Veneti, David Borrelli per il Movimento cinque stelle beppegrillo.it e infine Loris Palmerini, per Venetie per l'autogoverno. Il Consiglio regionale è formato da 60 membri, di cui 48 eletti con il sistema proporzionale e 12 con quello maggioritario.
A Verona intanto gli schieramenti affilano le armi per la campagna elettorale. Venerdì sera, in fiera, ha fatto il pieno — oltre 2.000 presenti — il ministro Maurizio Sacconi, intervenuto alla presentazione del candidato del Pdl al Consiglio regionale Davide Bendinelli, sindaco di Garda. Il poker di candidati del Pdl scaligero con chance di essere eletti è formato poi da Giancarlo Conta e Raffaele Bazzoni, rispettivamente assessore e consigliere regionale uscenti, entrambi ex Forza Italia come Bendinelli, e dall'assessore regionale uscente Massimo Giorgetti, ex An, ricandidato, che spiega: «C'è un accordo politico fra Lega e Pdl sul fatto che i consiglieri regionali eletti che diventeranno assessori dovranno dimettersi dal Consiglio». In base al numero di futuri assessori veronesi del Pdl — potrebbe essere uno; oggi sono due — e a quelli della Lega — potenzialmente due; oggi uno — si vedrà chi scalerà in alto dalle singole liste provinciali.
Intanto, il candidato del centrosinistra Bortolussi, dopo il deposito delle liste nelle sette province del Veneto, lancia segnali di battaglia ai suoi concorrenti: «C'è il futuro del Veneto in ballo», dice, «e chi non vuole un Veneto a guida leghista ha solo una scelta da fare.
Votare e far votare Giuseppe Bortolussi».
Enrico Giardini

Enrico Giardini

martedì 23 febbraio 2010

Riciclaggio, chiesto l'arresto di Scaglia


Riciclaggio, chiesto l'arresto di Scaglia
e del senatore Pdl Di Girolamo
Il fondatore di Fastweb è all'estero. Indagato anche l'ad Parisi
Mani della 'Ndrangheta sul voto estero. Giro da 2 miliardi




■ Titolo scivola a Piazza Affari
ROMA (23 febbraio) - Un maxi giro di riciclaggio di denaro sporco da due miliardi di euro è stato scoperto dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di Finanza: 56 le ordinanze di custodia cautelare (52 in carcere e 4 ai domiciliari) emesse dal gip di Roma Aldo Morgigni, su richiesta della procura distrettuale antimafia.

Tra i nomi eccellenti finiti sotto accusa ci sono quelli di Silvio Scaglia, fondatore ed ex numero uno di Fastweb, Stefano Parisi, l'attuale amministratore delegato della società e quello del senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, al quale è contestata la violazione della normativa elettorale con l'aggravante mafiosa. Parisi è accusato di associazione per delinquere e dichiarazione infedele mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Assieme a lui indagati anche direttore della divisione finanza e controllo di Fastweb Calcagno e un membro del cda, Rossetti.

Scaglia è all'estero ma fa sapere: pronto a farmi interrogare. Scaglia si trova al momento all'estero per lavoro. Ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo interrogatorio nei tempi più brevi per chiarire tutti i profili della vicenda. L'imprenditore, ricercato per riciclaggio, riafferma comunque - in una nota - la sua estraneità a qualunque reato. Il gip ha emesso un mandato di arresto anche per altri ex dirigenti di Fasteweb in carica tra il 2003 e il 2006. Nel mirino della procura romana c'è una frode Iva da 400 milioni di euro.

Tra gli indagati anche il presidente, l'amministratore delegato e alti funzionari della Telecom Italia Sparkle (società controllata al 100% da Telecom) in carica dal 2003 al 2006. Indagate anche le società Telecom Italia Sparkle e Fastweb, nelle persone dei legali rappresentanti pro tempore, in base al decreto legislativo 231/01, nel quale è definita la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche derivante da fatto illecito altrui. L'accusa è di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata.

Coinvolti funzionari società telecomunicazioni. Ai colletti bianchi indagati si contesta di non avere adottato le necessarie cautele per evitare che le società fittizie lucrassero crediti d'imposta per operazioni inesistenti relativi all'acquisto di servizi telefonici per grossi importi. Il giro di soldi è di circa 2 miliardi di euro. L'Iva lucrata veniva incassata su conti esteri e poi i soldi venivano reinvestiti in beni come appartamenti, gioielli e automobili.

Danno allo Stato di oltre 365 milioni. In particolare il riciclaggio ha provocato un danno allo Stato italiano di oltre 365 milioni di euro derivanti dal mancato versamento dell'Iva attraverso l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per più di un miliardo e 800 milioni di euro da parte di «primarie società di telecomunicazioni». Le operazioni commerciali fittizie hanno riguardato la commercializzazione di schede prepagate che, tramite un codice, avrebbero dovuto consentire l'accesso a un sito internet di contenuti tutelati dal diritto di autore e in realtà inesistenti. La seconda operazione fittizia riguardava la commercializzazione di servizi (del tipo “contenuti per adulti”), da realizzare attraverso traffico telematico rivelatosi, anche in questo caso, inesistente.

Arresto per senatore Di Girolamo. L'ordinanza di custodia nei confronti del senatore Di Girolamo è stata emessa per violazione della legge elettorale «con l'aggravante mafiosa», ha detto il procuratore della Dda di Roma Giancarlo Capaldo in una conferenza stampa a piazzale Clodio, tenuta insieme al procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso. Il gip ha chiesto l'autorizzazione all'arresto alla giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato della Repubblica.

Violazione della legge elettorale «con l'aggravante mafiosa» sono i reati contestati all'indagato. Già nel giugno del 2008 erano stati chiesti gli arresti domiciliari per il senatore Pdl appunto su presunte irregolarità nel voto all'estero. Il politico è stato infatti eletto nella circoscrizione Europa. Anche questa richiesta di autorizzazione a procedere è ancora pendente e deve essere esaminata dal Parlamento

Mani della 'Ndrangheta su schede bianche. È emerso dalle indagini che in occasione delle elezioni politiche dell'aprile 2008, nel corso della campagna elettorale si sono svolte a Isola Capo Rizzuto alcune riunioni con esponenti della 'ndrangheta per la raccolta di voti tra gli emigrati calabresi in Germania. Agli incontri oltre a Di Girolamo partecipava anche Gennaro Mokbel legato in passato ad ambienti della destra eversiva, e esponenti della cosca Arena tra cui il reggente Fabrizio Arena, e Franco Pugliese, già sottoposto alla sorveglianza speciale.

Arrestato anche maggiore Guardia di Finanza. C'è anche un maggiore della Guardia di Finanza, Luca Berriola in servizio presso il comando di tutela della finanza pubblica, tra i destinatari dei mandati di arresto. Berriola avrebbe contattato l'imprenditore campano Vito Tommasino, titolare della "Axe techonology" (attiva a Roma nel settore degli impianti) per agevolare il rientro dall'estero di un milione e mezzo di euro dell'organizzazione criminale transnazionale sgominata oggi. In pratica le società di Tommasino avrebbero dovuto emettere false fatture per far rientrare i capitali "sporchi". L'imprenditore e il finanziere avrebbero dovuto guadagnare un compenso pari al 2,5% del capitale recuperato.

lunedì 22 febbraio 2010

LA FORZA DELLE COSE





La nascita di un pur piccolo Movimento Politico, porta con se la forza delle cose.
La necessità di uscire dagli angusti confini, dalle proprie particolaristiche trincee territoriali, conseguentemente all’uscita dal nostro partito storico, ha portato noi militanti pur avendo origine da realtà territoriali differenti a metterci insieme per poter armonizzare gli interessi individuali con quelli della cittadinanza.
Con la consapevolezza di aver intrapreso una via anfrattuosa di gravoso percorso, non ci impedisce di intravedere l’obiettivo prefissato.
La forza congiunta alla determinazione che ci sostiene ci porta a soverchiare quegli impedimenti che si contrappongono fra noi e il realizzare un sostanziale collegamento fra il cittadino e i governi locali.
La sconfitta rende tutto più difficoltoso, ce ne rendiamo benissimo conto di trovarci in un contesto di inquietudine diffuso, ma non vorrei che i sorteggiati non si rendessero conto di aver vinto la guerra e persa la pace.
La generale inquietudine ha creato quel simbionismo che porta ad una necessaria compattezza.
La palpabile tensione sfuggente è riscontrabile da chiunque viva in questo spirito.
Dovremmo tutti sgombrarci dai rancori mal controllati, cercando di essere più noi stessi che lasciarci guidare dalla grande ipocrisia diplomatica.


LINO ADAMO

venerdì 19 febbraio 2010

L'INVITO E' ESTESO A CHIUNQUE VOGLIA PARTECIPARE



Politica, messaggio. Cultura e Politica:comunicazione e partecipazione in una società complessa.
Sala civica di Angiari, via Roma n° 18
Mercoledì 24 febbraio ore 20.30
L’associazione culturale Destra in Movimento, Cultura e politica
Organizza un incontro informativo:
“La finanza agevolata per le piccole e medie imprese”.
Relatore:Dott. Commercialista revisore dei conti
Corrado Regnoto
All’incontro interverrà il sindaco di Garda, dott. Davide Bendinelli.
Moderatore: avv. Simone Lovato, assessore agli affari legali

giovedì 18 febbraio 2010

Regionali, la mappa delle sfide



Definito il quadro dei candidati-presidente per le elezioni regionali previste per il 28 e 29 marzo in 13 regioni
Scheda

Regionali, la mappa delle sfide

Definito il quadro dei candidati-presidente per le elezioni regionali previste per il 28 e 29 marzo in 13 regioni

ROMA - Con la vittoria di Agazio Loiero alle primarie del Pd in Calabria, si è definito il quadro dei candidati-presidente per le elezioni regionali previste per il 28 e 29 marzo in 13 regioni. Il 28 febbraio è l'ultimo giorno per la presentazione delle candidature. Ecco una mappa delle sfide:

PIEMONTE - Quattro finora i candidati: Mercedes Bresso (Pd), presidente uscente; Roberto Cota (Lega), capogruppo Carroccio alla Camera; Davide Bono, 29 anni, per la lista 'Movimento cinque stelle Piemontè di Beppe Grillo; Renzo Rabellino, consigliere della Provincia di Torino, con una propria lista.

LOMBARDIA - Savino Pezzotta (Udc); Vittorio Agnoletto (Federazione della sinistra); Roberto Formigoni (Lega Nord, Pdl); Filippo Penati (Pd, Idv, Sinistra ecologia e libertà, Verdi); Marco Cappato (lista Bonino-Pannella); Claudio Crimi (MoVimento Cinque stelle di Beppe Grillo).

LIGURIA - Claudio Burlando sarà ricandidato dal Pd, con l'appoggio dell'Udc. Se la vedrà con Sandro Biasotti (pdl). La lista Bonino-Pannella candida il ginecologo Silvio Viale.

VENETO - Per il centrodestra è candidato l'attuale ministro all'agricoltura Luca Zaia, mentre per il centrosinistra è Giuseppe Bortolussi della Cgia di Mestre. Udc e Unione Nordest sostengono Antonio de Poli, coordinatore Udc. Gianluca Panto è il candidato del Pnv, mentre per il partito 'national' veneto, o 'Partito dei Venetì il candidato è Silvano Polo, già sindaco di San Bonifacio.

EMILIA ROMAGNA - Vasco Errani (Pd) sostenuto dal centrosinistra; Anna Maria Bernini (Pdl) con l'appoggio della Lega; Gian Luca Galletti per l'Udc; tra i minori Giovanni Favia (Movimento Cinquestelle, Beppe Grillo), Werther Casali (candidato per la lista Bonino-Pannella in attesa delle firme necessarie). Ancora da definire sigle a sinistra del Prc.

TOSCANA - l'attuale assessore al diritto alla salute Enrico Rossi, sostenuto da Pd, Idv, Ps, Verdi e Federazione della Sinistra che riunisce Prc, Pdci e socialismo 2000 si candida per il centrosinistra. Pdl e Lega Nord sostengono il sindaco di Castiglion della Pescaia (Grosseto) Monica Faenzi, mentre l'Udc ha scelto il parlamentare Francesco Bosi. A correre per la lista Bonino-Pannella è l'imprenditore Alfonso De Virgiliis.

LAZIO - la sfida è tra Renata Polverini per il Pdl, Destra, con il sostegno dell'Udc, e Emma Bonino per il centrosinistra: si candidano anche Roberto Fiore segretario nazionale di Forza Nuova e l'ex consigliere comunale del centrodestra, Michele Baldi.

MARCHE - Gian Mario Spacca, governatore uscente, candidato dall'alleanza Pd-Udc-Idv-Verdi, con l'appoggio di Api, Alleanza Riformista e alcune liste civiche; Erminio Marinelli, vice sindaco di Civitanova Marche, candidato del Pdl e della Lega; Massimo Rossi, ex presidente della Provincia di Ascoli Piceno, candidato da Prc, Pdci e Sinistra Ecologia e Libertà; Marco Perduca, candidato della Lista Bonino-Pannella; Youry Venturelli, operaio della Merloni, candidato del Partito Comunista dei Lavoratori.

UMBRIA - Catiuscia Marini (Pd) raccoglie il sostegno di gran parte del centro sinistra. Rifondazione comunista ha presentato il sindaco di Gubbio, Orfeo Goracci. La lista Bonino-Pannella candida Maria Antonietta Farina Coscioni. Il Pdl si affida a Fiammetta Modena. Il candidato di Movimento Umbria cinque stelle, che fa riferimento a Beppe Grillo candida Filippo Gallinella.

CAMPANIA - Tre, al momento, i candidati: Vincenzo De Luca, per il centrosinistra, Stefano Caldoro, per il centrodestra, e Roberto Fico, per il 'Movimento a 5 stelle Campanià di Beppe Grillo. L'Udc ancora deve sciogliere la riserva in merito ad un eventuale appoggio al candidato Pdl.

PUGLIA - Nichi Vendola candidato del centrosinistra; Rocco Palese, candidato del centrodestra; Adriana Poli Bortone, candidata Udc e Io Sud; Michele Rizzi candidato Alternativa Comunista.

BASILICATA - Vito De Filippo (Pd), governatore uscente, per il centrosinistra; Nicola Pagliuca (Pdl) per il centrodestra; Magdi Cristiano Allam, europarlamentare, per la lista «Io amo la Lucania»; Maurizio Bolognetti per la lista Bonino-Pannella; Florenzo Doino, per il Partito comunista dei lavoratori e Miko Somma, per la lista Comunità lucana.

CALABRIA - Agazio Loiero, presidente uscente della Giunta, è il candidato del centrosinistra, ma senza Italia dei Valori. Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria, è il candidato del Pdl e dell'Udc. Callipo, imprenditore, ex presidente di Confindustria Calabria, è sostenuto da Idv, da liste civiche e dalla lista Bonino-Pannella.

lunedì 15 febbraio 2010

PROPONE IN TV RICETTA PER CUCINARE I GATTI


Sospeso l'esperto della «Prova del cuoco»
Stop per Beppe Bigazzi: aveva dato consigli per cuocere i felini, dicendo di esserne un consumatore. «Io frainteso»


ROMA - Beppe Bigazzi è stato sospeso da «La Prova del cuoco». Ad annunciarlo in trasmissione è stata, nella puntata di lunedì, la stessa conduttrice Elisa Isoardi. Il motivo della "sanzione" è legato ad una puntata della scorsa settimana in cui il gastronomo ha dato al pubblico una ricetta sui gatti, non nascondendo il fatto che lui li mangia. Bigazzi, da 10 anni volto popolare della trasmissione Rai, si difende spiegando di essere stato frainteso. «Negli anni '30 e '40 come tutti gli abitanti della Val d'Arno a febbraio si mangiava il gatto al posto del coniglio, così come c'era chi mangiava il pollo e chi non avendo niente andava a caccia di funghi e tartufi non ancora cibi di lusso. Del resto liguri e vicentini facevano altrettanto e i proverbi ce lo ricordano. Questo non vuol dire mangiare oggi la carne di gatto, ho solo rievocato usanze». «Nella puntata di giovedì grasso - aggiunge il cuoco, giornalista, portabandiera di un ritorno ai cibi locali e genuini e autore di libri di cucina - ho parlato di un proverbio delle mie parti. A berlingaccio (il carnevale in dialetto) - chi non ha ciccia ammazza il gatto. Evidentemente qualcuno ha voluto capire che ho invitato a mangiare carne di gatto, ma è follia».

LE PROTESTE ANIMALISTE - Contro l'uscita di Bigazzi era insorta però la Protezione animali. «Non c'è limite alle idiozie che possono essere messe in campo quando si vuole far parlare di sè - ha commentato duramente Carla Rocchi, presidente dell'Enpa, annunciando di aver dato mandato ad un avvocato romano di agire contro la trasmissione per istigazione al maltrattamento di animali -. L'ultima della serie riguarda Giuseppe Bigazzi che nella trasmissione 'la Prova del Cuocò ritiene di rendersi interessante suggerendo una ricetta per cucinare i gatti». «A tacere del fatto che la trovata di Bigazzi non è neanche originale - ha aggiunto - essendosi in passato già esercitato in tal senso qualche altro bell'ingegno in cerca dell'unica forma di pubblicità possibile, nell'invito di Bigazzi ricorrono gli estremi di istigazione al maltrattamento di animali, sanzionato per legge».

LE ACCUSE DEI VERDI - Della vicenda si erano occupati anche i Verdi: «Ricordiamoci che chi è in televisione ha un ruolo molto delicato - ha detto Cristina Morelli, responsabile diritti animali del partito del sole che ride -. Un messaggio come questo, in cui si invita a mangiare i gatti, è particolarmente grave ed è per questo faremo un esposto e denunceremo Bigazzi e le sue dichiarazioni». La stessa Morelli, dopo l'annunci della sospensione di Bigazzi, ha parlato di un provvedimento doveroso a seguito di quello che definisce «un episodio vergognoso». «Ci auguriamo che Bigazzi e gli autori della trasmissione vogliano tornare sui loro passi e scusarsi con i tanti telespettatori che come noi si sono indignati di fronte a tale episodio - ha aggiunto l'esponente ambientalista -. La Rai non può e non deve limitarsi a trasmettere saltuari spot contro la violenza sugli animali ma dovrebbe cominciare ad applicare lei stessa alcuni principi universalmente riconosciuti, ad esempio eliminando la partecipazione di animali all'interno di programmi di intrattenimento uno tra tutti il gioco dei pacchi Affari Tuoi dove assistiamo all'inutile utilizzo di animali».

ESALTAZIONE DI REATO - E anche il sottosegretario alla Salute con delega alla veterinaria, la leghista Francesca Martini, ha preso posizione sull'accaduto: «Quanto accaduto durante una trasmissione in onda su un canale televisivo del servizio pubblico è di una gravità assoluta. Mi riservo di intraprendere ogni azione del caso e scriverò all’Autorità Garante e al Direttore generale dell’Azienda affinché vengano presi provvedimenti severi di fronte a dichiarazioni non solo illecite ma anche lesive di una sensibilità, fortunatamente sempre crescente, dei cittadini nei confronti degli animali. I gatti sono animali d'affezione tutelati dalla legge 281 del 1991 che nell' art.1 comma 1 recita: ‘Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l'ambiente’. Inoltre la Convenzione europea di Strasburgo per la protezione degli animali da compagnia reca norme particolarmente severe per la loro protezione. Ai responsabili di quanto accaduto potrebbe venire imputato il delitto di istigazione a delinquere previsto dall’art. 414 del Codice Penale, in quanto l’art. 544-bis dello stesso Codice Penale sancisce che ‘chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi’. La magnificazione della bontà della carne felina e l’incoraggiamento al suo consumo, tantopiù in una trasmissione di grande ascolto, rappresentano l’esaltazione di un fatto di reato poiché tale condotta è di per sé idonea all’imitazione».

Redazione online

venerdì 12 febbraio 2010

Santoro attacca.La Bonino: «Non vedo lo scandalo»





Il giornalista: «Se la scelta venisse confermata vi prego di guardare la tv e di vedere cosa andrà in onda»
Annozero dedicata allo stop forzato deciso dalla commissione di vigilanza
Il giornalista: «Se la scelta venisse confermata vi prego di guardare la tv e di vedere cosa andrà in onda»


(Ansa)
ROMA - «Dico subito che ci batteremo per andare in onda con tutte le nostre forze»: è stata questa l'assicurazione che Michele Santoro ha dato al pubblico di Annozero riguardo alla possibilità di uno stop forzato in seguito al regolamento sulla par condicio approvato dalla commissione di Vigilanza. «Ma - dice ancora Santoro aprendo la puntata dedicata proprio alla par condicio e all'ingerenza dei partiti nella vita pubblica - se le cose dovessero restare come sono, se cioè la commissione di Vigilanza dovesse confermare le sue decisioni, se Annozero, Ballarò, in 1/2 ora e perfino il povero Paragone fossero costretti a non andare in onda, allora io vi prego di guardare la tv e di vedere cosa andrà in onda al posto nostro così potrete farvi un'idea precisa di quello che intendono i partiti per buona televisione».

VESPA NEL MIRINO - «Nell'attesa di cotanta tv - prosegue il conduttore - vi voglio dare un piccolo assaggio di questa televisione del futuro. Cioè di quando finalmente il giornalismo purgato delle sue imperfezioni, delle sue parzialità, delle sue faziosità metterà il potente alla sbarra ma con eleganza e lo costringerà finalmente a dichiarare....». E a questo punto Santoro ha proposto alcune affermazioni di Berlusconi fatte alla presentazione del libro di Bruno Vespa riguardo al suo impegno di padre e nonno profuso soprattutto nei week-end. «E quando finalmente - chiosa Santoro - il potente sentirà sulla sua faccia l'alito leggero del giornalista, la sua funzione di cane da guardia, quando non potrà più sfuggire alle sue domande, arriverà la domanda delle cento pistole, quello che lo inchioda, che lo costringe quasi a confessare». E viene mandato in onda un altro spezzone della stessa presentazione quando lo stesso Vespa chiede al premier: «Che rapporto ha con San Valentino?».

LA BONINO: NON VEDO SCANDALO - Non è troppo convinta però Emma Bonino, candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, ospite di 'Annozero', commentando con Michele Santoro il nuovo regolamento sulla par condicio in tv: «Non mi pare un grande scandalo questo regolamento, non dice che 'Annozero', 'Ballaro o 'Porta a Porta' non possono andare in onda. Dice che per le quattro settimane prima delle elezioni il 50 per cento degli ospiti dovranno essere i candidati alla presidenza delle regioni e per il 50 per cento esponenti di liste politiche che si presenteranno in almeno un quarto delle regioni». «Una Regione è un ente piuttosto importante, e non da ora», ha aggiunto Bonino, «quindi mi sembra che sia opportuno stare ad ascoltare i confronti tra candidati, forse così i cittadini inizieranno a conoscerli. La legge dice semplicemente che lo scempio che è successo le altre volte, con i partiti minori senza possibilità di parlare se non nelle tribune alle cinque di pomeriggio o a mezzanotte, non si ripeta».



Redazione Online

Indagati Blanc e Cobolli Gigli per illeciti per illeciti fiscali



Juve: «Falso, noi nella legge»

TORINO (11 febbraio) - Provvigioni ai procuratori sportivi messe irregolarmente a bilancio dalla Juventus alla voce «costi»: si occupa una nuova inchiesta della guardia di finanza e della procura di Torino sui conti della società bianconera. Tra gli indagati, come riporta oggi «La Stampa», figurano il presidente Jean-Claude Blanc e il suo predecessore Giovanni Cobolli Gigli.

Fonti investigative osservano che, per quanto illegittima, si tratta di «una prassi consueta» nel mondo del calcio. Il nuovo fascicolo è il frutto dei controlli svolti dalle Fiamme Gialle in occasione dell'indagine sulla vecchia gestione della Juventus, sfociata in un processo che si è chiuso con l'assoluzione di Luciano Moggi, Antonio Giraudo e Roberto Bettega. Esaminando i bilanci, gli investigatori hanno scoperto che nel 2006 e 2007 sono stati dichiarati oneri legati ai compensi per i procuratori in occasione di ingaggi o di rinnovi contrattuali dei calciatori. Secondo quanto prevede la Federcalcio, però, le società non possono pagare gli intermediari: a farsene carico debbono essere i giocatori, i cui contratti con gli agenti debbono essere depositati (anche se spesso questo non avviene). In tutto la Guardia di finanza ritiene che ci sia stata una violazione fiscale legata a qualche milione di euro.

È assai probabile, comunque, che vengano coinvolti nell'indagine anche esponenti della vecchia gestione della società, visto che le dichiarazioni del 2006 si riferiscono alla precedente annata fiscale e che ad essere controllati sono anche bilanci risalenti nel tempo; in ogni caso, la maggior parte delle violazioni sarebbe ormai prescritta.

La Juve: abbiamo sempre rispettato la legge. L'invito a comparire inviato a Giovanni Cobolli Gigli e Jean-Claude Blanc per presunti illeciti fiscali è «un atto doveroso». È quanto afferma in una nota la Juventus, che e assicura «di avere sempre osservato la legge e i regolamenti sportivi, attenendosi anche alle direttive della Federcalcio e della Fifa». Nel comunicato, la Juventus fa sapere di avere segnalato «le contestazioni che potenzialmente coinvolgono l'intero "sistema calcio" anche alla Lega nazionale professionisti al fine di «affrontare unitariamente casi analoghi».

«La Juventus ha preso atto delle indiscrezioni pubblicate da alcuni organi di stampa in relazione agli sviluppi di una verifica fiscale condotta dalla Guardia di Finanza nel corso del 2009 e della quale le comunicazioni sociali hanno dato ampia ed esaustiva informazione», si legge nella nota del club bianconero. «La Società precisa che il precedente Presidente Giovanni Cobolli Gigli e l'attuale, Jean-Claude Blanc, hanno effettivamente ricevuto dalla Procura della Repubblica di Torino, nel corso del mese di gennaio 2010, un invito a presentarsi per illustrare la propria posizione in relazione alle ipotesi di violazioni fiscali in materia di Iva contestate per gli anni fiscali 2005, 2006 e 2007 (di cui alle
dichiarazioni Iva 2006, 2007 e 2008). Un atto che si configura come doveroso a seguito della comunicazione della verifica fiscale da parte della Guardia di Finanza alla Procura della Repubblica. I legali hanno ricevuto mandato di illustrare la posizione della Società e dei suoi amministratori, che possono sin d'ora dichiarare di avere sempre osservato la legge e i regolamenti sportivi, attenendosi anche alle direttive della Federcalcio e della Fifa. In questi anni infatti, la Juventus ha stipulato regolari contratti con professionisti i cui compensi sono sempre stati pagati a fronte di attività svolte nell'interesse della Società». Il club bianconero sottolinea inoltre «che non ha mai seguito prassi non corrette che, secondo gli organi di informazione che hanno diffuso l'indiscrezione, sarebbero invalse nel mondo del calcio».

«A tal riguardo - si legge ancora nella nota - la società ha tempestivamente segnalato alla Lega Nazionale Professionisti le contestazioni che potenzialmente coinvolgono l'intero "sistema calcio", anche per affrontare unitariamente casi analoghi. La Juventus ha ragione di credere che quanto sopra sarà dimostrato nelle opportune sedi, come si è già verificato in altre occasioni».

Milano: il consigliere con la mazzetta



Milano: il consigliere con la mazzetta
in tasca si dimette, ma soltanto un po'
Lascia la presidenza della commissione urbanistica
ma resta in carica come consigliere comunale del Pdk



MILANO (12 febbraio) - Milko Pennisi, arrestato ieri per concussione in flagranza mentre intascava una mazzetta da un imprenditore, ha deciso di dimettersi dalla presidenza della commissione urbanistica del Comune di Milano. Lo si è appreso da fonti giudiziarie. Pennisi resta per ora in carica consigliere comunale del Pdl.

Intanto, i pm Grazia Pradella, Laura Pedio e Tiziana Siciliano, che coordinano l'inchiesta, stanno preparando la richiesta di convalida dell'arresto, dopo l'interrogatorio dell'indagato che si è tenuto nella serata di ieri. La richiesta verrà poi trasmessa all'ufficio gip e l'udienza di convalida potrebbe tenersi domani. Nell'inchiesta è indagata anche la segretaria del politico, che avrebbe avuto colloqui con i rappresentanti della società immobiliare interessata allo sblocco della pratica edilizia per una palazzina in zona Bovisa e che ha poi denunciato la concussione.

Giallo in Tribunale Milano: avvocato trova la sentenza scritta prima del processo




Un singolare episodio si è verificato mercoledì mattina presso la prima Corte d'Appello di Milano. Mentre il collegio giudicante era in camera di consiglio per alcuni processi già discussi, l'avvocato Paolo Cerruti - difensore in un procedimento ancora da trattare - è andato a sfogliare alcuni fascicoletti sul tavolo del presidente Giovanni Scaglioni e ha scoperto che per il suo assistito, Francesco Basile, la sentenza era già stata scritta, con la conferma del giudizio di primo grado: una condanna a 8 mesi per un borseggio avvenuto a Monza lo scorso anno. Al rientro della corte in aula l'avvocato Cerruti ha fatto verbalizzare l'episodio e il sostituto procuratore generale Isabella Pugliese ha chiesto un'integrazione del collegio giudicante. Il presidente, pur ravvisando l'anormalità della consultazione dei suoi documenti che non facevano parte del fascicolo processuale, ha deciso di astenersi. Per effettuare la sua sostituzione il processo Basile è stato lasciato per ultimo tra quelli in programma. L'episodio è stato segnalato all'Ordine degli avvocati di Milano e quattro suoi componenti sono arrivati in aula per chiedere l'acquisizione del documento. Il fascicolo sul tavolo del presidente, a quanto appreso, non avrebbe avuto ancora l'intestazione del Tribunale.

«SOLO UNA BOZZA» - Il giudice Scaglione si è giustificato dicendo che la sentenza trovata dall'avvocato «era solo una bozza». «Hanno messo le mani nelle mie carte - ha detto, respingendo l'accusa di aver scritto il verdetto prime del tempo -. Io ho preparato una bozza di decisione, per quello che poteva essere il giudizio del collegio, che poi poteva esser completato diversamente. Ma un avvocato ha messo abusivamente le mani nelle mie carte e non lo poteva fare. Era solo un appunto e non la preparazione di un atto già assunto. Quello che conta è la decisione finale, non quello che ha in mente prima un giudice».

IL VERDETTO - Dopo il cambiamento dell'intero collegio giudicante, il processo si è svolto a porte chiuse e, mentre il sostituto procuratore generale Isabella Pugliese ha chiesto la conferma del verdetto di primo grado, la difesa ha invocato l'assoluzione. La corte ha concesso un'attenuante e ha ridotto la pena da 8 a 5 mesi. Tra due giorni Basile, avendo scontato la condanna, sarà scarcerato e potrà tornare alla sua abitazione. «Io non sono contento - ha commentato l'avvocato Cerruti - perchè sono convinto che il mio assistito meritava l'assoluzione».

(Dal sito Corriere.it : http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_febbraio_10/sentenza-prima-del-processo-1602437957584.shtml).

lunedì 8 febbraio 2010

Scajola: mercoledì ok del Cdm per criteri scelta siti nucleari




Poi, spiega il ministro, si avvierà il percorso per la scelta dei siti da parte delle imprese



ROMA (8 febbraio) - Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola ha annunciato che il Consiglio dei ministri mercoledì approverà in via definitiva il provvedimento per i criteri di localizzazione delle centrali nucleari.

«Da quel momento - ha detto il ministro intervistato a Mattino 5 su Canale 5 - si avvierà il percorso per la scelta dei siti da parte delle imprese. Quando le aziende avranno individuato i territori più conformi credo che nel giro di due anni potremo iniziare i percorsi autorizzativi».

Giorni fa il Consiglio dei ministri aveva impugnato le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori.

«La scelta dei siti sarà condivisa con il territorio». L'autorizzazione per la realizzazione delle centrali nucleari, ha sottolineato il ministro in una intervista al quotidiano L'Arena, «spetterà al governo ma sarà ampiamente condivisa con gli enti territoriali. Le popolazioni saranno informate e potranno partecipare ad ogni fase del processo autorizzativo, come avviene ad esempio in Francia». Scajola ha spiegato che, in questa fase, si stanno individuando «i criteri ambientali, geologici, urbanistici, economici e sociali che dovranno avere i territori per poter ospitare una centrale. Quando avremo definito i criteri saranno le imprese energetiche a proporre di costruire una centrale individuando il sito più adatto».

L'energia, sottolinea il ministro, «è uno dei grandi problemi del paese. Importiamo l'85% dell'energia che consumiamo, la paghiamo il 30% on più degli altri paesi europei e utilizziamo soprattutto fonti fossili (gas, olio e carbone) che sono le più inquinanti. Questo è il risultato dell'assenza di politica energetica degli ultimi decenni e dello sciagurato referendum del 1987 che cancello il nucleare». Ma il governo Berlusconi, afferma Scajola, «sta correndo ai ripari con una politica energetica che si propone di modificare il mix elettrico: il nostro obiettivo è scendere dall'85% al 50% nell'utilizzo di fonti fossili e produrre il restante 50% in parti uguali con fonti rinnovabili e centrali nucleari».

giovedì 4 febbraio 2010

Il Mattino di Padova-Regione Veneto, la cuccagna-indennità



Liquidazioni e vitalizi d’oro per i consiglieri uscenti del Veneto, diciassette sono padovani. Al governatore uscente Giancarlo Galan spettano 93.000 euro di Tfr e 4.300 di pensione mensile

GalanPADOVA. E’ fissato per il 10 febbraio il «rompete le righe» del consiglio regionale. Per chi chiuderà il suo periodo di permanenza a Palazzo Ferro Fini sono previsti due sostanziosi premi di consolazione: l’assegno di fine mandato e, per chi abbia compiuto 60 anni e versato contributi per almeno 5 anni, l’assegno vitalizio (la pensione). Per il Tfr si va da un massimo di 93.629,10 euro per chi abbia maturato almeno 10 anni di presenza in consiglio a un minimo di 9.362,91 euro per chi sia stato a Palazzo Ferro Fini per almeno un anno (bastano sei mesi e un giorno). Come si calcolano queste belle cifre? E’ il secondo comma dell’articolo 10 della legge regionale 9/1973 a stabilire che, «ai soli fini della determinazione dell’assegno vitalizio e dell’assegno di fine mandato, l’indennità consiliare lorda è pari all’80% dell’indennità parlamentare».

Orbene: visto che lo stipendio dei deputati di Montecitorio è pari a 11.703,64 euro al mese, l’indennità dei consiglieri regionali è appunto di 9.362,91 euro. L’articolo 19 bis della legge del 1973 prevede che «l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale è autorizzato ad erogare ai consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti o dimissionari, un assegno pari ad una mensilità dell’indennità consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato, il cui importo massimo non superi comunque le 10 mensilità». Vale a dire che il presidente del Veneto Giancarlo Galan, destinato a una poltrona di ministro dopo tre legislature, potrà ambire a un assegno di fine mandato pari a 93.629,10 euro lordi (vale a dire 9.362,10 per 10 mensilità). Che si accompagnerà, al compimento dei 60 anni (ovvero, per Galan, nel 2016) a una pensione mensile di 4.293 euro. Altri sedici politici padovani (12 consiglieri uscenti e 4 già passati ad altri incarichi) hanno la possibilità di incamerare i sostanziosi assegni vitalizi. Ma per ciascuno, in base al percorso politico, si prospetta una situazione diversa.

AL TOP. Alcuni consiglieri hanno maturato il massimo, ovvero 93.629,10 euro. Iles Braghetto (Udc), eletto nel 1995, rieletto nel 2000, tornato in consiglio regionale per un mese, tra il 14 settembre e il 10 ottobre 2006, e poi approdato all’ Europarlamento (non rieletto nel 2009). Lui, il suo assegno, lo ha già incassato. Il leghista Maurizio Conte ha già fatto due legislature e si prepara per la terza. L’assegno, quindi, intende introitarlo più avanti. Punta al terzo mandato pure Piergiorgio Cortelazzo (An-Pdl), destinato a correre nel listino di Zaia. E’ stato invece liquidato nel 2004 Antonio De Poli (Udc), che in quell’ anno è passato all’Europarlamento. Per lui un assegno pari a nove anni, in base all’elezione avvenuta nel 1995 e al bis del 2000. Il successivo rientro a Venezia non gli è valso assegni aggiuntivi. Sembra destinato a ritirare l’assegno vitalizio Franco Frigo (Pd), eletto una prima volta nel 1990 e tornato a Venezia nel 2000, che non ha chiesto la deroga. Così come Giovanni Gallo (Pd), che da 10 anni siede a Ferro Fini. Assegno di fine mandato massimo pure per Vittoriano Mazzon (Pdl), eletto nel 1995, rieletto nel 2000 e tornato a Venezia nel 2009. Al gruppo dei «paperoni» appartiene inoltre Raffaele Zanon (An-Pdl), eletto consigliere nel 1995 e confermato nel 2000 e nel 2005.

CAPOLINEA. Regina Bertipaglia, consigliera forzista che sembra destinata a concludere la sua esperienza dopo una legislatura, avrà diritto a un assegno di 46.814,55.

ASSEGNO RIDOTTO. A un assegno ridotto (84.255,19) ha invece diritto Barbara Degani, che ha fatto nove anni in consiglio regionale prima di traslocare in Provincia. Un anno di presenza a Palazzo Ferro Fini vale, infine, 9.362,91 euro per Massimo Carraro (candidato presidente sconfitto nel 2005 da Galan) e per Elisabetta Gardini (Pdl), che nel 2006 è passata in Parlamento e nel 2008 è approdata a Strasburgo. Tre anni in consiglio valgono (in teoria) 28.088 euro a Flavio Frasson, approdato nel 2006

martedì 2 febbraio 2010

AUSCHWITZ


27 gennaio Giorno della Memoria

Son morto ch'ero bambino,
son morto con altri cento
passato per un camino
e adesso volo nel vento.
Ad Auschwitz c'era la neve
e il fumo saliva lento,
nei campi tante persone
che ora sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone
ma un solo grande silenzio.
Che strano....non ho imparato
a sorridere qui nel vento.
Io chiedo....come può un uomo
uccidere un suo fratello?
Eppure....siamo a milioni,
in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone,
ancora non è contenta
di sangue la belva umana
e ancora ci porta nel vento.
IO chiedo:quando sarà
che un uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà.?